Procreazione assistita, «Il centro riapre a Lecce»

IL DEA FAZZI
IL DEA FAZZI
di Andrea TAFURO
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Giovedì 14 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:55

«Il centro Asl di procreazione medicalmente assistita presente a Nardò riprenderà il pieno funzionamento con il trasferimento al Dea-Fazzi di Lecce». A tracciare il percorso del Centro Pubblico di Fisiopatologia della Riproduzione e Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) della Asl Lecce, finito di recente sotto i riflettori dell’inchiesta “Re Artù” portata avanti dalla Procura leccese e dalla Guardia di Finanza, su “favori e finanziamenti pubblici” tra Asl e politica, è il neo commissario dell’azienda sanitaria locale, Stefano Rossi. La decisione è arrivata ieri al termine della riunione in conferenza di servizi a cui hanno preso parte i vertici regionali e provinciali della sanità. 

L'annuncio di Rossi


«È stato confermato l’indirizzo dato dalla Regione nel marzo 2020 – ha aggiunto Rossi - . Il centro Pma verrà attivato in massima sicurezza nella nuova struttura del Dea a Lecce e questo ci permetterà di avere anche il terzo livello di assistenza. Procediamo speditamente e già per domattina è fissata una prima riunione interna alla Asl per definire i compiti e intervenire sulle opere di messa a norma degli ambienti e della strumentazione necessaria. L’obiettivo è avere il centro attivo nel più breve tempo possibile». Confermato quindi il punto di svolta tanto atteso da numerose coppie salentine speranzose di poter realizzare il sogno della genitorialità, anche attraverso la fecondazione in vitro (3 livello).

Pagliaro: «Non sono un impegno»

Sul centro, che nell’ultimo biennio aveva accusato anche il ritardo dettato dalla gestione della pandemia covid, si registra l’intervento del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani. «Non più solo un impegno, ma una disposizione operativa assunta dai vertici della sanità locale e regionale». Fiducia e attenzione espressa da Pagliaro, che promette massima vigilanza sulle tempistiche. «Vogliamo concedere credito, ma annunciamo fin d’ora una vigilanza serrata sul rispetto dei tempi, con sopralluoghi costanti. Non accetteremo ulteriori procrastinamenti e prese in giro, com’è successo con la mancata apertura del nuovo centro entro giugno 2021. Di promesse vane ne abbiamo sentite troppe in questi due anni, mentre scorreva inesorabile l’orologio del tempo, negando alle coppie il diritto di essere aiutate a procreare e costringendole a viaggi della speranza o a percorsi a caro prezzo nelle strutture private, che invece hanno avuto la strada spianata per poter operare in provincia di Lecce.

Ben vengano i centri privati, ma accanto a strutture pubbliche operative ed efficienti. Questa ingiustizia deve essere sanata, le coppie devono potersi rivolgere ad un centro pubblico, perché il sogno di avere un figlio non può essere precluso in base al reddito».

Mazzotta: «Contro il muro dell'indifferenza»

Tema affrontato anche dal consigliere regionale di Forza Italia, Paride Mazzotta. «Sul servizio di procreazione medicalmente assistita in provincia di Lecce ci siamo scontrati contro il muro dell’indifferenza. Le inchieste – ha detto Mazzotta - stanno facendo emergere una trama su cui, ovviamente, si continuerà a far luce, ma le coppie del nostro territorio, di fatto, sono state abbandonate. Quel che è certo è che in provincia di Lecce non può non esistere un centro pubblico di Pma. Sarebbe gravissimo negare questo diritto ai cittadini del territorio, considerando anche che siamo la Puglia delle “culle vuote” e abbiamo quanto mai bisogno di supportare coloro che vogliono mettere al mondo un figlio».

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