Verso le Comunuali, Delli Noci: «Centrodestra opportunista. Pronte quattro liste civiche per la vittoria di Salvemini»

Alessandro Delli Noci e Carlo Salvemini: la festa dopo le elezioni del 2019
Alessandro Delli Noci e Carlo Salvemini: la festa dopo le elezioni del 2019
di Paola COLACI
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Domenica 10 Marzo 2024, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 19:42

Da ex assessore comunale di centrodestra sino al 2016 ad attuale assessore regionale del governo Emiliano e tra i leader del civismo pugliese con il suo movimento “Con”: Alessandro Delli Noci ora stronca la coalizione conservatrice e scende in campo a Lecce con un poker di liste a sostegno di Carlo Salvemini e del centrosinistra.

Assessore Alessandro Delli Noci, il centrodestra finalmente scende in campo con un nome di livello. Cosa ne pensa?
«Penso semplicemente che il centrodestra abbia scelto il nome più spendibile, scomodando una donna con grande esperienza e indubbia capacità, ma che lo abbia fatto esclusivamente per ragioni opportunistiche e senza alcun progetto e nessuna visione».

Cosa intende dire?
«Intendo dire che oramai da anni, e non solo nella città di Lecce ma a livello regionale, il centrodestra ha dimostrato di non voler costruire e far crescere nessuna classe dirigente ma di volersi trincerare dietro ai soliti noti che molto spesso non sono neppure in grado di fare quadrato attorno a un nome e a una persona. La scelta di Adriana Poli Bortone ne è un esempio: dopo mesi di indecisioni, di frizioni e divisioni, di incertezze e di fumate nere, si è capito che l’unico modo per scendere in campo e giocare una partita era quello di “recuperare” chi da anni continua, a ragione, a chiedere di costruire una nuova classe dirigente, ma restando una voce isolata».

Lei crede pertanto che quella di Poli Bortone sia stata una scelta di ripiego?
«Conosco la senatrice Poli da molti anni. La mia gratitudine nei suoi confronti resta la stessa e sa perché? Perché ha saputo socraticamente guardare un modesto allievo non come un vaso da riempire ma come una testa da stimolare, consentendomi di sviluppare un pensiero libero. Tutto quello che l’attuale centrodestra non fa: non dando spazio ai giovani, non formando e non investendo su una nuova leadership. D’altronde per tutte queste ragioni, già dal 2019 la senatrice preferì candidarsi in solitaria e lo stesso Erio Congedo, dopo la sconfitta della stessa tornata elettorale, parlò di una classe dirigente che tende all’autoconservazione e della necessità di rigenerare e reinventare. In realtà, però, guardando le immagini in quella sala dell’Hotel Tiziano dopo 5 anni mi pare che tutto sia rimasto come era».

Dunque non crede in un centrodestra unito?
«Più che unito mi pare attaccato con una colla molto poco resistente. Mi pare si tratti di un accordo fragile, temporaneo, legato alle contingenze del presente. Questi cinque anni in cui sono certo Carlo Salvemini continuerà con onestà, trasparenza e visione a guidare la nostra città saranno anche anni importanti in cui “investire” su chi si ritroverà a sostituirlo. Perché non è più pensabile – e per la nostra coalizione non lo è mai stato – inscenare la commedia del toto nome a pochi mesi dalle elezioni. La classe dirigente si costruisce negli anni, altrimenti si rischia o di calare un nome dall’alto, magari senza nessuna esperienza politica, oppure di dover recuperare chi alla politica ha già dato tanto in tempi diversi».

Autoconservazione della classe dirigente e nessuno spazio ai giovani, dice: per queste ragioni scelse di andare nel 2016?
«Nel 2016 avevo 34 anni, abbastanza giovane e pure consapevole del fatto che il mio modo di vedere la città, di vivere la politica, che per me è servizio al bene comune, si discostavano in maniera sostanziale da molti di coloro che mi erano intorno. Forse è stata proprio quella energia e quell’idealismo tipici della giovane età a darmi la forza e il coraggio di intraprendere un percorso completamente diverso, un percorso in cui mettere al centro la condivisione delle idee, la capacità di immaginare la città del futuro, quella in cui cresceranno i nostri bambini e le nostre bambine, di scommettere sulle potenzialità del territorio e di impegnarmi nel mio piccolo per contribuire a rendere Lecce la città di tutti. Per fare tutto questo, c’è bisogno anche dei giovani, c’è bisogno di tutti coloro che hanno voglia di mettersi in gioco condividendo una visione, senza sbarramenti all’entrata».

Venendo al centrosinistra, lei ha sempre sostenuto che quella di Carlo Salvemini fosse una ricandidatura naturale oltre che la migliore possibile. Ora a campagna elettorale ormai nel vivo, ritiene che anche i leccesi la pensino come lei?
«Io credo che la visione di città di cui parlavo prima, la costruzione di una prospettiva futura, e le voci diverse che marciano però in un’unica direzione siano fondamentali e abbiano bisogno di tempo per concretizzarsi. Il lavoro di questi anni, ricco di risultati che spetterà all’amministrazione raccontare con precisione, non è il lavoro di un uomo solo al potere. Carlo ha la sua squadra e le sue decisioni sono quelle della maggioranza, in linea con un programma elettorale chiaro votato dai leccesi. Quindi io di certo credo che per guardare al futuro e non fare passi indietro Carlo sia la scelta migliore possibile, e mi auguro che la pensi così la maggior parte dei miei concittadini».

Noi per Lecce, Coscienza Civica e Sveglia Lecce: alle amministrative di giugno è confermato il “tridente” di civiche che fanno riferimento ad Alessandro Delli Noci?
«Il gruppo è cresciuto e si è strutturato.

Tantissimi uomini e donne si sono avvicinati a noi in questi anni, mostrando interesse e partecipazione. Quindi sì confermiamo le tre liste e ne aggiungiamo una nuova, Avanti Lecce. Una bella squadra di 128 persone libere e motivate che sono certo contribuiranno a guidare il processo di crescita della nuova classe dirigente e che porteranno Carlo Salvemini alla vittoria, per continuare a governare Lecce guardando al futuro».

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