Case popolari occupate, il primato di Lecce: abusivo un inquilino su tre

Case popolari occupate, il primato di Lecce: abusivo un inquilino su tre
di Alessandro CELLINI
3 Minuti di Lettura
Sabato 30 Luglio 2016, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 18:06
A Lecce un alloggio popolare su tre è occupato abusivamente. E questo dato rende il capoluogo salentino la “capitale” delle occupazioni abusive: in proporzione sia sul numero di abitanti, sia sul numero di alloggi disponibili, Lecce in testa alla classifica. Davanti a Milano e Roma, per intenderci. A certificarlo è un’indagine Nomisma-Federcasa, che traccia un quadro poco lusinghiero del Salento, in piena emergenza abitativa. Tanti i temi che si intrecciano e che fanno da sfondo allo studio: l’indagine penale della Procura di Lecce, che vede indagato anche l’assessore alle Politiche abitative Attilio Monosi; le lentezze nell’assegnazione degli alloggi agli oltre mille aventi diritto, inseriti in una graduatoria che ha già tre anni; le polemiche politiche e le accuse incrociate tra maggioranza e opposizione.
 
Lecce da record, dunque, su questo fronte. Secondo Nomisma-Federcasa, gli alloggi occupati abusivamente sono 936, a fronte di una disponibilità di circa 3.100 case. Questo vuol dire che il 30 per cento degli appartamenti popolari è abitato da chi non ne ha alcun diritto. Per avere un’idea di quanto sia alto questo dato, basti pensare che a Milano gli alloggi occupati sono 3.010 (ma sono ben 72mila le case popolari), a Roma sono 4.900 (a fronte di 66mila case). Questo vuol dire che in relazione sia al numero di alloggi disponibili, sia al numero di abitanti, Lecce è di gran lunga prima in Italia. Un primato ben poco invidiabile: due alloggi occupati su cento presenti nel Paese si trovano nel capoluogo salentino. Sono complessivamente 3.100 gli alloggi popolari a Lecce: la stragrande maggioranza di essi appartengono ad Arca Sud Salento (ex Iacp); solo 627 sono del Comune. E del resto proprio di Arca Sud sono la maggior parte degli alloggi occupati; solamente 46 quelli di proprietà di Palazzo Carafa, su cui il Comune ha comunque avviato le procedure per lo sgombero. Ad attendere diligentemente il proprio turno ci sono 1.070 persone, inserite dal 2013 nella graduatoria stilata dallo stesso Comune sulla base di un bando pubblicato due anni prima. Ad oggi, di quegli oltre mille aventi diritto, solo una manciata sono riusciti ad entrare legittimamente in possesso di un alloggio. Gli altri aspettano.

Lo studio dà al Partito democratico di Lecce l’opportunità per attaccare l’amministrazione comunale ancora una volta su questo fronte. «Siamo in presenza di una pesante sconfitta delle istituzioni - accusa il consigliere comunale Antonio Rotundo, presidente della Commissione di Controllo a Palazzo Carafa - istituzioni che evidentemente non sono state in grado di garantire il diritto alla casa a chi, rispettoso delle norme, attende da anni in graduatoria di vedere riconosciuto il proprio diitto, che viene sistematicamente negato da una diffusa pratica di illegalità. In città c’è da tempo un’emergenza abitativa, ma l’anomalia è nella graduatoria che non scorre, e oggi abbiamo la prova provata che la graduatoria non scorre perché gli alloggi vengono “regolarmente” occupati abusivamente».

Sul tema il Pd da tempo incalza la maggioranza: i vertici locali del partito hanno presentato «già nel corso della campagna elettorale delle elezioni amministrative del 2012 - ricorda Rotundo - un esposto perché si indagasse su un possibile voto di scambio». Poi, più recentemente, hanno sollecitato la Prefettura a verificare eventuali falle che avrebbero permesso ad esponenti della criminalità di ottenere alloggi. Infine, il caso è stato portato anche in Parlamento, attraverso «apposite interrogazioni parlamentari al ministro dell’Interno». Della questione è stata investita anche la Commissione parlamentare Antimafia, nel corso della sua visita a Lecce, nel febbraio scorso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA