Il sindaco: «Pronta a dimettermi, così Emiliano salverà l’ospedale»

Sandrina Schito, sindaco di Copertino
Sandrina Schito, sindaco di Copertino
di Matteo CAIONE
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Martedì 18 Aprile 2017, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 13:14
Se per salvare un ospedale bisogna essere in campagna elettorale, allora sono pronta a dimettermi e a portare Copertino al voto anticipato. Forse solo così si può evitare l’ingiusto declassamento dell’ospedale San Giuseppe». Tra il sardonico e il provocatorio, non usa giri di parole il sindaco di Copertino, Sandrina Schito, nel commentare la lettera di Emiliano indirizzata ad esponenti del Pd di Casarano.
Una missiva che contiene la promessa che anche il “Ferrari” resterà ospedale di primo livello formando un “unico polo” col nosocomio di Gallipoli. Ciò significa che, in provincia, gli unici due ospedali declassati sarebbero quelli di Galatina e Copertino. E sono parole di fuoco quelle del primo cittadino della città del Santo dei Voli. «Ragiono sugli atti e non sulle ipotesi. Quindi, aspetto un provvedimento per esprimermi e decidere il da farsi. Ho solo notizie di stampa, ma mi sembra di assistere - afferma la Schito - a cose allucinanti. Se fosse tutto confermato, ci dovremmo seriamente chiedere su quali basi sia stata assunta una decisione del genere che smentisce quanto asserito finora. Il piano di riordino insomma andrebbe buttato già e rifatto. Sembra proprio che le logiche politiche stiano schiacciando tutto».
E la sindaca di Copertino esplicita il concetto: «Non voglio pensare che il piano di riordino, modificato ancora una volta, si decida a seguito dei risultati di qualche congresso di partito (zero voti per Emiliano a Casarano, ndr) o in vista delle primarie del Pd o delle campagne elettorali per le comunali. Forse il governatore sta cercando di recuperare consensi a Casarano? I meccanismi interni di un partito non devono in nessun modo influenzare le scelte delle pubbliche amministrazioni. Peraltro, se primarie, congressi ed elezioni hanno il potere di determinare queste scelte, allora quello di Copertino - ironizza amaramente la sindaca - dovrebbe essere un ospedale superiore anche al Fazzi, dato che Emiliano nel circolo locale Pd ha stravinto la votazione sulle mozioni. Non credo che il presidente della Regione ragioni in questi termini. Lo ritengo una persona seria e responsabile».
La Schito è sul piede di guerra. E arriva a minacciare anche le dimissioni: «L’anno scorso si è votato a Gallipoli, quest’anno si vota a Casarano. Per avere quindi un ospedale di primo livello, quando ci sono tutte le caratteristiche e le carte in regola come nel caso di Copertino, bisogna andare al voto? Allora - annuncia - sono pronta a dimettermi per tornare alle urne. Per il bene della collettività sono disposta a farlo. Forse solo così l’ospedale di Copertino potrebbe essere salvato e rimanere di primo livello».
 
Un fiume in piena, dunque. «Sarebbe allucinante modellare ancora una volta il piano in base alle esigenze politiche - aggiunge la Schito - e peraltro, in un raggio di 20 chilometri, ci sarebbero tre ospedali di primo livello ad un tiro di schioppo: Gallipoli, Casarano e Scorrano.
Mentre rimarrebbero scoperti tutto il nord Salento e l’area ionica fino a Gallipoli che avrebbero come unico punto di riferimento il Fazzi di Lecce. Ciò significa non conoscere il territorio, né le esigenze degli ammalati e dei cittadini».
Giù le mani da Copertino, allora. «Si tratterebbe di un atto assolutamente ingiusto nei confronti del san Giuseppe - aggiunge la Schito - che rischia anche come ospedale di base, dato che non sono previste nemmeno le quattro strutture complesse. Emiliano scrive ai consiglieri comunali e provinciali del Pd di Casarano. Ed è chiaro - afferma la Schito - che sta facendo campagna elettorale per la segreteria nazionale del Pd e per le amministrative, ma non cerchi consensi in spregio alla salute dei cittadini, che dovrebbe venire prima di tutto. Abbiamo già impugnato il piano di riordino con un ricorso e con ulteriori motivi aggiuntivi. La nostra battaglia andrà avanti. E non mancherà una profonda riflessione politica»
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