Tap, il cantiere e il nuovo manager. Elia: «Via ai lavori il 13 maggio, si parte con bonifiche belliche e sondaggi archeologici»

La conferenza stampa a Bari
La conferenza stampa a Bari
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Venerdì 6 Maggio 2016, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 18:34
L'avvio del cantiere e il nuovo manager. Giornata d'annunci ufficiali per Tap, che costruirà e gestirà il gasdotto con approdo a San Foca, nel Salento: opera da 10 miliardi di metri cubi di gas autorizzata dal governo. L'inizio dei lavori è previsto formalmente per il 13 maggio, nei tempi previsti dall'autorizzazione unica ministeriale (il termine perché quest'ultima non decadesse era il 16 maggio). I primi interventi riguarderanno le bonifiche belliche e i sondaggi archeologici: sufficienti per sancire l'avvio del cantiere. In conferenza stampa a Bari il nuovo country manager Michele Elia, insierme con il project manager di Tap Italia Ronald Ottaway.

Il nodo. «Non c'è nessun atto che oggi impedisce i lavori. Ci sono solo delle prescrizioni che noi accettiamo di buon grado», ha detto Elia. Il quale ha ricordato le due autorizzazioni fondamentali ottenute: il Decreto di compatibilità ambientale del Ministero dell'Ambiente (11 settembre 2014) e il Decreto di Autorizzazione Unica del Ministero dello Sviluppo economico (20 maggio 2015). Inoltre ha sottolineato che per i terreni che verranno utilizzati in nessun caso sono stati effettuati espropri, nell'89% dei casi sono stati utilizzati accordo bonari con i proprietari e nell'11% si è trattato di «occupazione temporanea e asservimento coattivo che faremo diventare accordi bonari».  
«Non vogliamo convincere nessuno, ma è importante spiegare quello che sta accadendo: non c'è nessun atto che impedisca l'avvio dei lavori», ha sottolineato. All'esterno dell'hotel che ha ospitato la conferenza stampa, c'era un imponente dispositivo di sicurezza delle forze dell'ordine per contrastare, hanno spiegato gli stessi agenti, «eventuali manifestazioni di protesta». L'opera, infatti, è osteggiata in Puglia dalle comunità e dalle istituzioni locali di Melendugno, dove il gasdotto approderà. Mentre il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, chiede che l'approdo sia spostato a Brindisi. Una ipotesi che Elia non ritiene praticabile: «L'approdo di Brindisi - ha detto - abbiamo cercato in tutte le maniere di renderlo fattibile ma la parte tecnica non lo rende possibile». Tra gli impedimenti, «la costruzione di pozzi, le zone protette per la posidonia, e la presenza di siti inquinati dove dovrebbe arrivare il terminal». Per Elia, «l'unico punto della costa adriatica pugliese adeguato è quello di San Foca» dove «non ci sarà nessun impatto dal punto di vista ambientale e nessun danno per il turismo». Del resto, ha sottolineato, il presidente «Emiliano il gasdotto lo vuole». Il riferimento è all'idea del governatore pugliese di utilizzare il gas che arriverà, dieci miliardi di metri cubi l'anno estendibili a 20 negli anni successivi, per la «decarbonizzazione» degli insediamenti industriali inquinanti pugliesi, tra cui l'Ilva di Taranto. Per quanto riguarda lo spostamento degli ulivi e il successivo reimpianto negli otto chilometri del gasdotto a terra, Elia ha spiegato che «è tutto rimandato in autunno». Mentre sugli investimenti che il gasdotto alimenterà in «Italia», Elia ha parlato di «400 milioni di euro».
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