Gli angeli dei poveri al Duomo per il Giubileo della solidarietà

Gli angeli dei poveri al Duomo per il Giubileo della solidarietà
di Angela NATALE
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Lunedì 26 Settembre 2016, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 14:09
Tredici dicembre 2015, l’anno giubilare irrompe anche a Lecce. “Aprite le porte della giustizia, entreremo a rendere grazie al Signore”. “Accompagnati” da monsignor Domenico D’Ambrosio, cinquemila e più fedeli varcarono alle 17.30 la Porta Santa della Cattedrale, “la porta del Signore a cui chiedere misericordia e perdono”. Un rito che si consumerà decine di volte nell’arco di otto mesi, perché intenso è stato il calendario messo a punto dalla Diocesi di Lecce per l’anno giubilare. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il Giubileo del mondo agricolo, chiesto e ottenuto. Il primo luglio scorso, dalla Coldiretti per testimoniare con il loro atto di fede e nella richiesta di misericordia, la responsabilità assunta da coltivatori sia nei confronti della terra, sia dei cittadini consumatori, dei poveri, dell’intera comunità.
 
Una comunità, quella di Lecce e dell’intera diocesi, che molto si regge sulla solidarietà. I dati sulla povertà resi noti l’altro ieri da Centro servizi volontariato Salento (Csvs) e Caritas diocesana, e accompagnati da una nota dell’arcivescovo, sono un bollettino di guerra, basti dire che dal 2005 al 2015 nel Salento il numero degli indigenti assistiti dalla Chiesa e dal volontariato sociale è passato da 9.915 a ben 70mila, assalendo il 10 per cento della popolazione. E saranno i volontari, impegnati tutti i giorni dell’anno per alleviare il disagio e l’emarginazione sociale, i protagonisti del giubileo odierno, il “Giubileo della Solidarietà”, che prenderà il via alle 18 con il raduno alla Casa della carità di corte Gaetano Stella, luogo simbolo della risposta della Chiesa alle emergenze sociali. «Una macchina della carità per combattere la povertà», così l’ha definita monsignor Domenico D’Ambrosio in occasione della presentazione dell’evento rivolgendo un «grazie convinto e dovuto alla Caritas e alle centinaia di volontari» che riempiono con la loro generosa e gratuita disponibilità i vuoti, le assenze e le povertà di migliaia di ospiti di diverse nazionalità che affollano le nostre strutture.
Appello che sicuramente D’Ambrosio rilancerà oggi nell’omelia, considerato che i temi dell’ingiustizia sociale hanno sono stati predominanti nei sette anni del suo episcopato, un mandato che si è caratterizzato anche per i molti appelli accorati alle istituzioni. L’ultimo - a sostenere l’immenso sforzo della Chiesa - è di pochi giorni fa alle istituzioni: «A loro chiediamo aiuto anche materiale per affrontare l’ingente peso economico necessario a sostenere i più vulnerabili e riconoscere pienamente i loro diritti».
Intanto sono i volontari che hanno in mano la patata bollente. E che oggi, a centinaia, parteciperanno al giubileo da protagonisti, insieme ai migranti, ai rifugiati e a tutti coloro che vivono nel bisogno. Croce rossa in primo piano, Comunità Emmanuel al completo con il coro dei giovani che animerà la messa, i volontari della diocesi, e dell’ufficio Migrantes e del CsvS Salento e tutto il volontariato vincenziano. Insieme arriveranno in cattedrale, dopo aver attraversato in corteo le vie del centro storico, insieme varcheranno la Porta Santa della cattedrale dove, alle 19, avrà inizio la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo e concelebrata da don Attilio Mesagne, direttore della Caritas; padre Mario Mariafioti, deus ex machina della comunità Emmanuel, e padre Maniglio, parroco della chiesa San Vincenzo de Paoli, là dove è nata l’ultima struttura di accoglienza per i senza tetto, in particolare per quanti hanno problemi di salute.
Il Giubileo si chiuderà il 6 novembre in occasione della festa della consacrazione della chiesa cattedrale, con tutti i sacerdoti della diocesi. Di fatto, quello di oggi, dovrebbe essere l’ultimo appuntamento dedicato ai laici dell’Anno Santo della Misericordia. Un anno che, inaugurazione a parte, era iniziato con il giubileo delle famiglie, il 27 dicembre, cui avevano fatto seguito, tra gli altri, quelli dei giornalisti, della vita consacrata, degli ammalati, dei giovani, dei ministranti, dei cresimandi e cresimati, delle confraternite e delle aggregazioni laicali, dei sacerdoti, degli amministratori pubblici e dei catechisti.
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