«Non è trascorso nemmeno un mese dal nostro precedente comunicato stampa, nel quale si lanciava l’ennesimo allarme sul rischio che il fenomeno criminale degli incendi boschivi potesse proseguire, sulla sostanziale inesistenza dell’attività prevenzione, sulla necessità di potenziare l’azione repressiva e su quella di modificare l’assetto del sistema di contrasto agli incendi boschivi, che le previsioni del Conapo hanno trovato tragica conferma. Santa Cesarea Terme è stata attaccata ancora una volta da mani criminali che perseguono chissà quale interesse».
Sono le parole di Gianni Cacciatore, segretario regionale Conapo Puglia, che interviene sull'emergenza incendi nel Salento. «La responsabilità dell’incendio è si di chi ha appiccato il fuoco, ma quella della magnitudo delle conseguenze riguarda anche tutti coloro i quali sarebbero responsabili della prevenzione, che omettono invece sistematicamente.
Le accuse
«L’inerzia di molti comuni ha dell’incredibile - prosegue Cacciatore - è come se rimuovessero dalle loro coscienze il pensiero del rischio incendi per evitare che questo gli procuri sentimenti dolorosi, legati forse alla difficoltà di gestione della questione. Di fatto, da anni, sentiamo tante, tantissime parole, ma non vediamo fatti capaci di generare sicurezza, di alcun genere. Si gestisce solo l’emergenza, e nemmeno bene».
«La nostra organizzazione sindacale -conclude il segretario - sente poi il dovere di ribadire come lo stesso sistema AIB (Antincendio Boschivo) dovrebbe essere ripensato e ricondotto interamente al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco; e questo anche rispetto alla gestione della Flotta Antincendio di Stato, che immaginiamo si chiamerà così per qualche motivo. Di questo una politica responsabile dovrebbe iniziare a discutere, serenamente, nell’interesse del Paese».