«E chi deve soccorrere a Pasqua?»: la vigilessa blocca il medico che corre in clinica. Le scuse del sindaco: «Un errore di valutazione»

«E chi deve soccorrere a Pasqua?»: la vigilessa blocca il medico che corre in clinica. Le scuse del sindaco: «Un errore di valutazione»
di Francesca SOZZO
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Giovedì 16 Aprile 2020, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 08:07
L’incredibile avventura di un anestesista nel giorno di Pasqua ha del surreale. Chiamato d’urgenza per raggiungere la clinica privata in cui lavora, il medico viene fermato dalla polizia municipale di Lecce per un controllo e viene sottoposto ad una serie di domande che gli fanno perdere 15 minuti di tempo fondamentale che rischiano di mettere a repentaglio la vita di un uomo con un infarto in corso.
I fatti ricostruiti dal medico finiscono su facebook e il suo post arriva anche al sindaco Carlo Salvemini: «Abbiamo avuto notizia di un episodio di un anestesista chiamato per intervento di urgenza in una clinica di Lecce e fermato per un normale controllo di polizia che ha rallentato il raggiungimento della clinica con una non adeguata valutazione della legittima necessità dello spostamento. Abbiamo personalmente chiamato il dottore per porre a nome dell’amministrazione le scuse per un incidente di percorso nel quale si può incorrere in un periodo di particolare stress professionale, anche per le forze di polizia. L’agente ha pienamente compreso di aver compiuto un errore di valutazione».
 
I FATTI
In una domenica di Pasqua segnata dall’emergenza coronavirus, in una città praticamente deserta, il medico alle 19 «un’ora prima dell’inizio del mio turno, vengo chiamato per un’urgenza. Mi vesto in fretta e corro in clinica cercando di minimizzare i tempi per minimizzare i rischi del paziente che sta arrivando con il 118 presso la struttura dove svolgo il mio lavoro di Anestesista Rianimatore. All’altezza del Bar Stop verso le 19,15 vedo una pattuglia della Polizia Locale, un uomo ed una donna». Il medico viene fermato per i controlli di routine.
«Mi chiedono i documenti e dove stessi andando – spiega l’anestesista - . Gli spiego che sono un medico, che sono stato chiamato in urgenza e comunque gli mostro sia il tesserino medico che la patente. L’uomo dice alla collega “facciamolo andare il dottore”, la collega molto stizzita guarda i miei documenti e mi dice “anche il giorno di Pasqua fate urgenze?”. Io incredulo, con un miscuglio di emozioni che mi assalgono, mi calmo e rispondo “Sai, purtroppo le persone si sentono male anche a Pasqua e per questo vado di fretta”. “E che cosa avrebbe questa persona?” ribadisce; io che cerco di mantenere la calma, respiro, non so se è giusto rispondere, ma per quieto vivere lo faccio (forse ingenuamente) “un infarto e non posso permettermi di perdere tempo”. Lei non contenta con faccia sospettosa mi dice “ma scusami, a cosa serve l’anestesista rianimatore per un infarto?”» .
 
L’INSISTENZA
La situazione diventa al quanto surreale, «penso di essere su scherzi a parte» ma la vigilessa non ha alcuna intenzione di scherzare nonostante l’evidente «imbarazzo» del collega che ribadisce “facciamolo andare il dottore” «ma lei, la vigilessa continua il suo show trattenendo i miei documenti, e facendomi perdere 10-15 minuti inutilmente. A quel punto perdo la pazienza – prosegue il medico nel suo racconto - le dico in maniera ferma: “Sono stanco, ridammi i documenti e sei vuoi farmi la multa fai pure, le mie generalità le hai, io devo andarmene” metto in moto e vado via».
«Arrivo giusto in tempo per ricevere e trattare il paziente che per fortuna sta bene, ma se avessi continuato il tira e molla messo su dalla vigilessa forse qualcosa sarebbe cambiato».
«Ora mi chiedo, perché le frustrazioni personali devono mettere i bastoni tra le ruote anche a chi cerca di fare il proprio dovere in un periodo del genere? Perché tutto questo che sta accadendo non insegna e chiarisce le priorità ad alcuni? Perché questi individui non vengono valutati costantemente per capire se sono realmente idonei a rivestire ruoli di pubblica sicurezza?».
 
LA RIFLESSIONE
«In questo periodo – conclude il medico -  sono stato fermato diverse volte mentre andavo a lavoro, da polizia, carabinieri, guardia di finanza, tutti gentilissimi, tutti cordiali, tutti rapidi ed entrambi ci siamo sempre salutati con un grazie. La vigilessa invece, probabilmente voleva riversare su di me le frustrazioni di una quarantena troppo lunga».

IL CHIARIMENTO CON LE ISTITUZIONI
In serata il medico ha scritto sulla sua pagina facebook un altro post in cui ha ringraziato il comandante della polizia locale Donato Zacheo, «che in maniera molto gentile e professionale mi ha chiamato e con il quale ho chiarito la situazione in maniera molto civile e costruttiva. Grazie comandante. Un grazie anche all’assessore Sergio Signore per la professionalità ed umanità che mi ha dimostrato a seguito dell’accaduto. Cordialmente grazie anche al sindaco Carlo Salvemini e a tutte le autorità con le quali mi sono confrontato di persona e nelle quali ho trovato competenza e dedizione per il proprio lavoro».
E poi un grazie a quanti «hanno dimostrato vicinanza ed attenzione alla mia professione e alla mia persona. Grazie di vero cuore a tutti voi». 
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