Confindustria Lecce, in campo 70 aziende: «Mai più errori»

Confindustria Lecce, in campo 70 aziende: «Mai più errori»
di Pierpaolo SPADA
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Dicembre 2015, 09:20

E’ il giorno più importante per Confindustria Lecce. Tra poche ore il Consiglio generale dell’Associazione degli imprenditori si riunirà a Roma per deliberare in merito alla prosecuzione delle attività nella sede salentina di via Fornari o, in alternativa, anche alla totale cessazione con distacco della “territoriale” dal sistema confederale. Da Lecce giungerà nella stessa assise l’appello dei soci salentini impresso ieri, all’esito di un confronto, in una lettera sottoscritta e condivisa da 70 aziende alla presenza del commissario Eliseo Zanasi, nelle cui mani la missiva è stata riposta.

L’ultima spiaggia, come si suol dire, l’ultima chance. In poche righe, gli imprenditori salentini, non senza rappresentare la propria autonomia ma riconoscendo anche gli “sbagli” rilevati dai probiviri, esprimono tutta la volontà di continuare ad aderire alla Confindustria sposando i principi associativi di cui lo statuto è depositario. Un atto di vera e propria fedeltà ma anche di autocritica, che arriva dopo dieci giorni di assoluto conflitto in cui hanno avuto luogo le dimissioni del commissario Zanasi ma, soprattutto, quelle della presidente neo eletta, Chiara Montefrancesco, che, in poche ore, il Collegio speciale dei probiviri ha tradotto nei provvedimenti di decadenza dall’incarico e cancellazione dal sistema confindustriale della stessa imprenditrice.

L’amministratrice di Valentino Caffè è stato “espulsa” per aver abusato del proprio potere e violato le norme statutarie rinnovando il rapporto contrattuale con il direttore generale Antonio Corvino contrariamente a quanto da Roma ordinato tanto con riferimento alla tempistica e alla modalità quanto al nome cui affidare la carica direzionale.

Quello svolto ieri a Lecce, alla presenza del commissario Zanasi, è stato il primo vero “faccia a faccia” dopo i fatti che hanno scatenato la nuova bufera dalla quale ora, in maniera quanto più corale, i soci salentini stanno tentando di uscire. La situazione finanziaria di Confindustria Lecce è molto complessa e questo sicuramente non aiuta. C’è un grave ritardo che, complice la dura crisi che ha travolto anche il Salento nel precedente quinquennio, ha prodotto un cumulo di contributi associativi non versati.

Erano stati gli stessi probiviri, dopo l’elezione della Montefrancesco, a farne cenno definendo la situazione “anomala” e sollecitando un rapido recupero così da stabilizzare il Bilancio. E la Montefrancesco ne aveva preso atto includendo nella sua agenda la riduzione dei costi del personale dell’Associazione e della società collegata Ies srl, ponendo a suo carico i costi di rappresentanza presidenziale e prevedendo che gli emolumenti percepiti da enti esterni fossero accreditati direttamente sui conti dell’Associazione.

Un quadro di estrema difficoltà, del quale, nella lettera che oggi arriverà in Consiglio generale a Roma, è espressa piena consapevolezza. Ma ancor più nettamente la missiva esprime l’estremo bisogno che il tessuto imprenditoriale del territorio ha di essere rappresentato da un organo storico e di rilievo come Confindustria. Gli imprenditori “giurano” regolare condotta, piena collaborazione e chiedono che sia ripristinato un percorso che nei dovuti tempi restituisca all’Associazione una presidenza e un governo tali da rilanciare le sorti della stessa “territoriale” in linea con gli obiettivi e le prerogative determinate dall’Associazione nazionale.

Gli imprenditori chiedono cioè che sia ripreso quel percorso che, a seguito dell’elezione di Montefrancesco, prevedeva entro marzo la ridefinizione dello statuto associativo della territoriale e quindi la presentazione della nuova squadra.

Si, ma come riprendere quel percorso se il presidente neo eletto è decaduto ed è stato addirittura cancellato da Confindustria? Saranno necessarie nuove consultazioni a meno che Roma non abiliti una decisione rapida e comunque collegiale, senza l’espressione di un nuovo voto. Tra poco il verdetto. Intanto, sullo sfondo, continua ad aleggiare l’ipotesi accorpamento che, per Lecce, anche Bari valuta da un po’.