Concessioni balneari, ancora un rinvio. Salvemini: «Manovra spericolata, la Europa non starà a guardare»

Concessioni balneari, ancora un rinvio. Salvemini: «Manovra spericolata, la Europa non starà a guardare»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 19 Luglio 2023, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 14:32

«Immagino un'Europa incredula davanti a questa volontà delle forze di Governo di cancellare un dato di realtà, cercando di dimostrare che la risorsa del litorale è ancora abbondante, in barba a qualsiasi evidenza scientifica emersa fino a oggi». Carlo Salvemini, sindaco di Lecce che ha sollevato il problema delle concessioni balneari a livello nazionale e vinto, nelle aule dei tribunali amministrativi, la battaglia per garantire la concorrenza, non ci gira intorno. «Evidentemente - dice - il Governo ritiene che la cambiale elettorale firmata con le lobbies dei balneari debba essere onorata a danno di tutto il Paese».

Sindaco, il Governo ha dato seguito al disegno di legge delega varato dall'esecutivo Draghi approvando un nuovo sistema di raccolta dei dati sulle concessioni demaniali. Per le opposizioni in Parlamento una manovra dilatoria per impedire la messa a gara di quelle concessioni, come invece imposto dall'Europa. Condivide dunque questa analisi?
«La condivido, certo. Assistiamo a un altro tentativo di mettere in discussione l'applicazione della direttiva Bolkestein che è stata approvata dal Parlamento e dunque è legge dello Stato - dimostrando che la costa concedibile non è affatto una risorsa scarsa. Un dato di realtà invece incontestabile e che ha ispirato tutte le pronunce della giustizia amministrativa e penale».

Che tipo di iniziative immaginate di prendere, ammesso prevediate di prenderne?
«Per il momento possiamo fare poco. Come Comune siamo sottoposti alla legge e a quella ci siamo sempre attenuti, anche quando abbiamo agito convinti che il quadro regolatorio fosse diverso da quello che si era sempre sostenuto in tema di concessioni. E il Consiglio di Stato ci ha infatti dato ragione. Ora sono Parlamento e Governo a dover agire. E francamente non penso che, andando avanti con questa "manovra", l'Europa continuerà ad assistere indifferente: in tema di concorrenza il Paese ha assunto degli impegni chiari, condizionando a quegli impegni specifici la sottoscrizione del Next Generation Eu.

Ci stiamo giocando una partita più importante di quanto si immagini».

Cosa si aspetta dall'esecutivo Meloni?
«Che assuma delle decisioni e faccia scelte già oggi possibili, come per esempio predisporre i criteri per la definizione dei bandi di gara per le procedure di evidenza pubblica relative alle concessioni in scadenza nei prossimi mesi. Quelle gare andranno fatte entro il 31 dicembre di quest'anno o, al più tardi, entro il 31 dicembre 2024. Il legislatore è intervenuto con lo slittamento di un anno di tali scadenze e i giudici l'hanno già ritenuto illegittimo. I bandi sono il traguardo inevitabile cui tendere: nulla vieta di creare oggi le condizioni per farli. Invece continuiamo ad assistere a questa iniziativa politica spericolata e sciagurata di mettere in discussione la Bolkestein sul demanio marittimo».

Lecce ha già il suo Piano coste. Avete le mani legate?
«Abbiamo individuato i nuovi lotti concedibili, che saranno messi a gara. Le concessioni già esistenti, invece, dovrebbero scadere a fine anno o l'anno prossimo e rispetto a quelle si sta consumando ora la partita. Dobbiamo attendere che vengano individuati criteri omogenei nel Paese. All'Italia serve una legge nazionale capace di contemperare due fondamentali principi. Il primo: garantire equità sociale, consentendo a tutte le famiglie che non possono accedere ai lidi privati di fruire di una spiaggia libera. Il secondo: tutelare il paesaggio costiero che soffre il sovraccarico antropico sulle attuali, limitate, porzioni di spiaggia libera, con i litorali sabbiosi e le dune che non si riescono a rigenerare e così si alimenta l'erosione. È un allarme lanciato dalla scienza: non possiamo fare finta di nulla».

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