«Altro che tagli, ulivi sterminati dalla xylella, basta stregoni»
Duro attacco di Coldiretti nella lettera inviata a Quotidiano

«Altro che tagli, ulivi sterminati dalla xylella, basta stregoni» Duro attacco di Coldiretti nella lettera inviata a Quotidiano
di Gianni CANTELE
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Lunedì 13 Giugno 2016, 11:39 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 10:23

Gentile direttore,
probabilmente mi conosce, oltre che per la mia carica di presidente di Coldiretti Puglia, anche come vignaiolo. Da poco sono olivicoltore, grazie a 42 bellissimi alberi piantati circa 30 anni fa e dai quali spero di produrre extra vergine per il consumo della mia famiglia. Il Salento ha accolto mio nonno Giovanbattista, che nel 1950 fece l’emigrante al contrario, lasciando Imola e facendo di Lecce la nuova casa per lui e la sua famiglia. Sono un salentino di prima generazione, ma non meno motivato a difenderlo rispetto a chi vanta genealogie più lontane.
Mio padre mi ha insegnato a comunicare la passione per il mio lavoro, attraverso la narrazione della particolare storia della mia famiglia, incastonandola nella descrizione di un territorio unico al mondo, vero valore aggiunto dei nostri prodotti, che solo grazie all’unicità dei vitigni autoctoni e al fortissimo legame con il terroir da cui provengono, riescono a competere nel mercato globale. Pur con ovvie responsabilità istituzionali, il vissuto da agricoltore non olivicoltore, mi ha consentito di affrontare la spinosa questione del disseccamento degli olivi con un coinvolgimento, emotivo ed imprenditoriale, più distaccato rispetto ai miei colleghi e amici.
Colleghi e amici che, a partire dalla conferma nel 2013 della presenza di Xylella fastidiosa in Salento, hanno cominciato a vedere messi in discussione progetti, sogni e investimenti. Insomma, c’è chi da ormai quasi tre anni vede giorno per giorno chiudersi lo specchio della porta del proprio futuro. Il preambolo mi è utile, perché vorrei che fosse chiaro quanto distanti da me si devono collocare gli assurdi sospetti di interessi economici e le fantasiose tesi legate alla volontà di utilizzare il disseccamento degli olivi per modificare radicalmente l’immagine del nostro territorio. Non ho terreni nel Gallipolino da trasformare in discoteche e nessun vantaggio per la mia azienda a raccontare un territorio dove non ci sono più olivi millenari.
È per questo, oltre che per il mandato ricevuto dagli agricoltori di Coldiretti, che oggi denuncio con forza e convinzione il continuo tentativo di travisare l’unica verità di cui siamo certi: gli agricoltori pugliesi sono vittime e parte lesa e l’attribuzione di disegni complottisti è una vergognosa e vigliacca opera di falsità e disinformazione. Da mesi, la linea dei disseccamenti avanza inesorabile verso nord. Lo scempio della zona a sud di Gallipoli è una immagine diventata familiare, c’è quasi il rischio che ci si abitui!
Usando il treno per raggiungere Bari, dia uno sguardo attento a sinistra tra le stazioni di Trepuzzi e Squinzano. Così sarà il nostro Salento nel giro di un paio di anni. Era un focolaio di poche piante 24 mesi fa, ora è un cimitero. Tutto il nord Salento presenta evidenti fenomeni. Guardi i disseccamenti con le foglie rossicce, sono sempre più diffusi e non è un buon segno. A nord di Brindisi e a Taranto si comincia ad avere paura, anche se sappiamo che ai drammatici effetti della Xylella si crede solo quando è troppo tardi, purtroppo. La sentenza della Corte di Giustizia Europea non avrà alcun effetto sulla gran parte del Salento, nell’area infetta non vige nessun obbligo di abbattimento. Quindi possiamo stare tranquilli, nessuno butterà giù gli alberi di imperio. Ci penserà la Xylella, silenziosamente. A qualcuno evidentemente va bene così.
Paladini del nostro territorio plaudono alle misure omeopatiche, che non devono parlare di abbattimenti, ma che costringerebbero gli imprenditori agricoli a trasformarsi in giardinieri di bonsai improduttivi senza foglie, destinati a morte certa almeno finchè non si troverà una cura. Perché una cura ancora non c’è, gentile direttore. E di sostenibilità economica ne vogliamo parlare? Queste sono verità! Alcuni sindaci si sono riaffacciati tornando a parlare alla pancia dei loro elettori. Peccato che poi troppo spesso latitino quando si tratta di attuare le previste buone pratiche, come lo sfalcio primaverile delle erbe nelle aree pubbliche comunali o facendolo in grave ritardo.
Cantanti e attori sembrano più lontani dall’argomento Xylella-gate, forse hanno fiutato i miasmi delle falsità vomitate da politici della nuova generazione, sociologi e moderni stregoni che sostengono le cure con calce, rame, solfato di ferro e peperoncino q.b.. E che la colpa di tutto è dei diserbanti e dei pesticidi in genere. Quindi gli alberi morirebbero per mano degli agricoltori! Delitto perfetto, dunque.
Stampa di dubbia serietà chiude gli occhi davanti al disastro totale, preferendo insistere su interessi palazzinari vista mare. Cosa avranno trovato di interessante gli stessi costruttori a Trepuzzi, nell’area di cui accennavo più sopra? Sconcerta sentire un Pm, intervistata dallo stesso catto-giornalista, dare credito solo ad una parte delle risultati scientifici, parlare di carenza di sostanza organica e abuso di pesticidi, avallando che la colpa del disseccamento è degli agricoltori, anche dei imprenditori che fanno olivicoltura biologica sostenibile, le vere buone pratiche agricole e che fanno qualità eccellenti e redditività dagli stessi olivi che per secoli hanno dato solo olio lampante.
Alla ricerca scientifica guardiamo tutti con grande speranza, confidando che possa contare su risorse economiche finalmente commisurate all’entità dello sforzo. C’è da augurarsi tempi brevi per chiarire tutti gli aspetti che oggi limitano l’attività di alcuni protagonisti importanti. Resta però una tipicamente italica frammentazione in troppi, diversi enti, una sostanziale incapacità di collaborare e mettere a sistema le competenze, salvo pochi casi virtuosi. Guardiamo al modello francese delle unità di ricerca congiunta, partnership di differenti istituzioni scientifiche dai cui organici vengono selezionate le migliori competenze specifiche.
Al Presidente Emiliano, al quale riconosco il coraggio di averci messo la faccia, al contrario del predecessore, ho espresso preoccupazione per un bilancio assolutamente negativo di quanto. Conoscendone il pragmatismo, sono certo che ne sia pienamente consapevole. Serve lavorare su una comunicazione corretta, che arrivi alle teste e al cuore della gente, oggi confusa da Facebook, monitoraggi che diano la reale perimetrazione dell’infezione. Chi sostiene che l’eliminazione dei focolai non sia servita, ha ragione nella misura in cui si prenda atto che sono stati effettuati per dare risposta a diktat UE e senza conoscere il reale confine nord della malattia. Ogni altra tesi è pura demagogia, madre del disastro a cui oggi assistiamo.
Si abbia il coraggio di chiedere ad una Ue, matrigna e fortemente responsabile, reimpianto e sperimentazione su innesti e varietà tolleranti. Non potrò più accettare che gli agricoltori, i principali fautori di quelle esternalità positive rappresentate da molte delle bellezze della nostra regione, la cui proprietà morale viene oggi rivendicata come esclusiva pertinenza di chi si arrampica sugli olivi, vengano considerati i colpevoli di questa storia. Il diritto di fare impresa, di disporre dei propri beni, di esprimere liberamente il proprio pensiero sarà difeso a tutti i costi, anche utilizzando le vie legali.
Gianni Cantele
* Presidente Coldiretti Puglia


 

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