Il pm: «Omicidio in uno scatto d'ira
Quel giorno mancò la pietà umana»
Concetta critica Michele andato in tv

Il pm: «Omicidio in uno scatto d'ira Quel giorno mancò la pietà umana» Concetta critica Michele andato in tv
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Lunedì 4 Marzo 2013, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 20:40
TARANTO - Per farsi pubblicit gli mettono la camicia a quadri e lo mandano in tv. Cos Concetta Serrano, madre della quindicenne Sarah Scazzi uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana, ha commentato con i giornalisti l'intervista a Michele Misseri andata in onda ieri alla trasmissione Domenica Live su Canale 5, nella quale l'uomo, che si addossa la responsabilit del delitto, dice che si ucciderà se condanneranno al processo la figlia Sabrina e la moglie Cosima Serrano. Concetta ha parlato prima di entrare in aula dove oggi i pm proseguiranno la requisitoria. «La Procura - ha aggiunto - non ha bisogno delle dichiarazioni di Michele». E alla domanda se ritenga che il cognato possa veramente suicidarsi, ha risposto: «Nella vita non si sa mai». «Quando si spegneranno i riflettori, tornerà a fare i conti con la sua coscienza».



Il pm.
«All'arrivo di Mariangela Spagnoletti a casa Misseri il corpo di Sarah era già nel cofano dell'auto di Michele Misseri». Lo ha detto il pm Mariano Buccoliero nella terza giornata di requisitoria al processo in corso a Taranto per l'omicidio di Sarah Scazzi. «Sabrina - ha aggiunto - disse di aver saputo come Sarah era vestita da Concetta, che lo aveva saputo dalla badante. Ma è falso, falsità finalizzate ad impedire che si riconduca all' arrivo di Sarah a casa Misseri». Per il pm Sabrina avrebbe raccontato almeno due grandi falsità: la prima sui momenti in cui Mariangela arrivò a casa e l'altra sui frangenti nei quali Mariangela lasciò a casa per la prima volta Sabrina dopo l'inizio delle ricerche. «Da parte di Sabrina - ha spiegato Buccoliero - c'è la volontà di impedire a Mariangela di scendere dall'auto, e poi Sabrina ha funzione di palo perché in garage c'erano padre e madre che si occupavano delle cose di Sarah».



Cosima? Non dormiva. «A partire dalle ore 15 del 26 agosto 2010, per oltre mezz'ora, tra Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano c'è stata almeno una decina di telefonate, eppure Cosima ha riferito che in quei frangenti stava dormendo». Lo ha detto nella sua requisitoria il pm Mariano Buccoliero, al processo per il delitto di Sarah Scazzi, indicando le falsità che conterrebbe l'alibi di Cosima, accusata con la figlia Sabrina dell'omicidio. Il pm, a questo proposito, ha citato un'intervista televisiva rilasciata da Cosima il 29 settembre 2010 nella quale dice che il 26 agosto 2010, verso le 16, stava tornando a casa dalla caserma dei carabinieri. «Ma al massimo - ha detto Buccoliero - può essere uscita dopo le 17,30, perché la denuncia di scomparsa di Sarah è stata fatta alle 17,20. Così come dalle intercettazioni ambientali tra Cosima e Michele viene fuori che Cosima è scesa nel garage, tra le altre cose anche per spostare un compressore».



Le fasi dell'omicidio. «Il 26 agosto 2010 Sarah arriva a casa verso le 13.50, Sabrina è in veranda, Michele è in cucina e scende in garage». È iniziata così la ricostruzione che il pm Mariano Buccoliero sta facendo nella sua requisitoria delle fasi decisive dell'uccisione di Sarah Scazzi. «Sarah - ha proseguito il pm - poco dopo va via turbata per tornare a casa, viene vista dal fioraio Giovanni Bucccolieri mentre Cosima e Sabrina l'hanno raggiunta per riportarla a casa. Il ritorno a casa Misseri è verso le 14.10, tra le 14.18 e le 14.23 Sarah non può più rispondere. Il delitto è avvenuto in una stanza, in casa e c'erano tre soggetti: Cosima, Sabrina e Sarah. Le modalità violente con le quali viene ripresa Sarah esclude che poi ci si possa disinteressare di lei. Se Cosima è uscita e ha preso l'auto per riprenderla, vuol dire che era necessario impedire che Sarah tornasse a casa e raccontasse le ragioni del litigio e di tutto ciò che era accaduto in casa Misseri. Qualcosa di grave, legato allo stato di tensione tra le due cugine, la pubblicità dei rapporti intimi tra Sabrina e Ivano, e discussioni tra Sabrina e la madre per quello che avrebbe detto la gente ce ne sono state, lo conferma lo stesso Michele». Secondo il pm «ad una situazione personale di Sabrina se ne sovrappone una di immagine dell'intera famiglia. L'intervento di Cosima si impone, e in quella lite la protagonista è Cosima che dice a Sarah di non raccontare in giro quelle cose su Sabrina. Quella uscita di Sarah da casa Misseri segna la rottura, la prima, tra Sarah e la famiglia Misseri. Non era mai accaduto». Buccoliero ha letto a questo proposito anche il contenuto di sms che si scambiavano all'interno della comitiva di Sarah e Sabrina, tutti a sfondo sessuale.



«Non fu un omicidio premeditato, ma uno scatto di ira». Lo ha detto il pm Mariano Buccoliero raccontando nella sua requisitoria le fasi dell'uccisione di Sarah Scazzi. «L'azione omicida fu uno strangolamento che è durato da tre a cinque minuti. L'una avrebbe potuto fermare l'altra. Ci fu invece una comune volontà omicida. Una la teneva e l'altra la strangolava».



Il soliloquio di Michele. Per il pm Mariano Buccoliero, che sta tenendo la requisitoria al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi, la conferma della tesi dell'accusa viene anche dal contenuto di una intercettazione ambientale nell'auto di Michele Misseri, risalente al 5 ottobre 2010. «È un soliloquio di Michele - ha spiegato il pm - in cui dice tra l'altro "cosa vogliono fare fanno a tua figlia. Io li scopriro", perchè da Cosima aveva subito la imposizione del silenzio. Michele dice ancora "Io non li credo", e questo conferma che l'omicidio è avvenuto in assenza di Michele Misseri. Quando lui arriva, gli dicono che Sarah e Sabrina stavano giocando, è successo un incidente, e lui lo dirà anche in incidente probatorio. E ancora, sempre Michele dice "se io non fossi voluto andare", riferendosi al trasporto del cadavere di Sarah. Lui invece dice che si riferiva alla famiglia Scazzi. È uno schiaffo alla povera Sarah. È una vergogna».



«Non c'è alcuna illogicità nelle diverse versioni di Michele Misseri. Esse rispecchiano una cronologia di episodi e sono conseguenza dei pesanti condizionamenti da lui subiti dai familiari più stretti, la moglie Cosima e la figlia maggiore Valentina», spiega ancora il pm. Buccoliero ha citato a questo proposito il contenuto di intercettazioni ambientali nei confronti di Michele Misseri, soprattutto in carcere. Dopo essersi accusato del delitto il 6 ottobre 2010 parlando di un movente sessuale, il 15 ottobre successivo l'agricoltore chiamò in correità la figlia Sabrina, fino ad accusarla totalmente del delitto il 5 novembre e confermarlo il 19 novembre in incidente probatorio. A partire dal 22 novembre, giorno in cui ha un colloquio con Cosima e Valentina che lo attaccano per le sue dichiarazioni - sostiene il pm - Michele Misseri riprende ad addossarsi la responsabilità del delitto.



«La ricostruzione dell'omicidio fatta da Michele Misseri è una farsa totale. Non dice mai con chiarezza quando, dove e perché avrebbe ucciso Sarah». Lo ha detto il pm Mariano Buccoliero nella requisitoria al processo per il delitto della quindicenne di Avetrana. «Misseri - ha aggiunto - non accusa la moglie Cosima perché non sa se ha partecipato, stando a quanto gli dicono le donne di famiglia».



«Una corda c'era in garage ma è rimasta sul trattore. In garage c'era una sola cintura ma era troppo larga per essere l'arma del delitto, e peraltro non è stata trovata alcuna traccia dai Ris. La storia del compressore sul quale sarebbe caduta Sarah mentre veniva strangolata è una barzelletta: anche lì nessuna traccia». Lo ha detto nella requisitoria al processo Scazzi il pm, Mariano Buccoliero, ritenendo inattendibili le dichiarazioni autoaccusatorie di Michele Misseri. «Lui parla per la prima volta di una cintura il 5 novembre 2010 - ha proseguito il pm - ma della cintura quale arma del delitto si viene a sapere come procura solo il 12 novembre. Misseri dice addirittura di averlo saputo dal suo avvocato Daniele Galoppa e dalla consulente Roberta Bruzzone e che quest'ultima gli avrebbe mostrato le foto dell'autopsia, che invece non erano state ancora depositate in procura». Per il pm, stando agli accertamenti investigativi, non regge la tesi di Michele Misseri del delitto in garage, così come l'agricoltore non fornisce un movente plausibile del delitto nel momento in cui si autoaccusa dell'omicidio.



«Quel 26 agosto una cosa è mancata in quella casa: la pietà umana, che dovrebbe essere connaturata a tutti gli esseri umani. Ha prevalso invece l'istinto di conservazione, che ancora oggi è prevalente in quest'aula da parte di tutti e tre». Così il pm Mariano Buccoliero ha concluso, dopo nove ore, il terzo giorno di requisitoria al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi, riferendosi ai tre principali imputati, vale a dire Sabrina Misseri, la madre Cosima Serrano e il marito Michele Misseri. Il processo riprenderà domani, quando Buccoliero concluderà il suo intervento passando la parola al procuratore aggiunto Pietro Argentino. In serata, al termine della requisitoria, potrebbero arrivare le richieste della pubblica accusa.
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