Scongiurare il rischio licenziamenti, già dalla prima scadenza del blocco a fine giugno, con una serie di misure per incentivare le assunzioni o comunque mantenere i livelli occupazionali e garantire la ripartenza, in attesa che si completi la riforma degli ammortizzatori sociali. Nel decreto Sostegni bis, atteso la prossima settimana in Consiglio dei ministri, prende forma l'operazione lavoro, e tra le novità si fa largo la definizione di una nuova tipologia contrattuale stabile: il contratto di rioccupazione. Ma non è la sola: in arrivo anche sgravi contributivi per i settori più colpiti dalla pandemia, il commercio e il turismo, per il rientro dalla cig Covid. Misure proposte dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, convinto della necessità di «gestire insieme anche la brutta stagione. Dopo lo sblocco dei licenziamenti avremo sicuramente giornate nuvolose».
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Il contratto di rioccupazione, da applicare a tutti i settori, sarà a tempo indeterminato e legato alla formazione e ad un periodo di prova, massimo di sei mesi, con sgravi contributivi al 100% che andranno restituiti nel caso in cui il lavoratore non venga poi assunto ma che si cumulano agli altri già a disposizione delle aziende.
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L'associazione dei costruttori ritiene non rinviabile anche «una semplificazione mirata» per rendere le procedure più snelle e chiare. Punto che dovrebbe trovare spazio nel dl Semplificazioni. Il governo, conferma il sottosegretario alla Transizione ecologica, Vannia Gava, «si sta muovendo nella direzione della semplificazione per l'accesso al Superbonus: i 40 documenti necessari per accedervi di cui parla l'Ance hanno rappresentato un grosso freno». Di certo, per le imprese, l'agevolazione sulle spese per interventi nell'ambito dell'edilizia e dell'efficienza energetica rappresenta un volano anche per l'economia. Secondo le stime del Centro studi di Confindustria, l'applicazione del Superbonus «attiverà in due anni 18,5 miliardi di spese con un impatto positivo sul Pil pari a circa l'1%». D'accordo sulla sua utilità il ministro del Lavoro che però richiama l'attenzione sui controlli sulla sicurezza e sul «rispetto delle regole» per i rischi che potrebbero derivare dalla maggiore domanda.