"Essere Chiara Ferragni", Mello presenta il suo saggio a Lecce. «Simbolo dell'utrasocial»

"Essere Chiara Ferragni", Mello presenta il suo saggio a Lecce. «Simbolo dell'utrasocial»
di Valeria BLANCO
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Venerdì 8 Luglio 2022, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:43

Una biografia non autorizzata di Chiara Ferragni, l'influencer - ma lei preferisce essere definita imprenditrice digitale - che si è presa tutto quello che una giovane appassionata di moda potesse desiderare. E anche di più. A firmare Essere Chiara Ferragni, saggio edito da Aliberti, che sarà presentato questa sera alle 19.30 alla Feltrinelli di Lecce, è Federico Mello, giornalista salentino del Giornale Radio Rai. Nel raccontare la storia dell'influencer più nota e più pagata al mondo, Mello procede col piglio del sociologo e finisce per dipingere anche gli anni 10, riflettendo su come tutto, e prima di tutto noi stessi, sia cambiato negli anni dei social network. «Mi sono divertito - esordisce a scrivere questo libro, perché è una biografia non autorizzata, sfugge al controllo di una persona che ama avere tutto sotto controllo».

Perché proprio Chiara Ferragni?
«Seguo da anni i fenomeni sociali e social, studio come impattano sulla cultura diffusa. Mi sono occupato di Chiara in un paio di post e come accade sempre con lei, si è generato un lungo dibattito. Mi sono reso conto che il discorso era molto più lungo e quindi ho deciso di approfondire. Quello che ho trovato ha stupito anche me».


Cosa non ti aspettavi?
«In primis il fatto che lei stessa negli anni ha ripetuto di non conoscere la moda e di essere ignorante al riguardo. Fino alla svolta recente, quella dell'impegno sociale, Chiara era conscia di essere famosa in quanto famosa».


Famosa perché famosa, definizione ricorrente nel libro. Nessuna traccia di sostanza?
«Ronaldo ha il maggior numero di follower al mondo, ma nessuno lo definirebbe influencer. Se togli a un influencer la popolarità, non è più nessuno e questo mi sembra accada con Chiara».


Ma allora, perché piace proprio a tutti?
«Non sono sicuro che piaccia così tanto. È famosa, ma a molti piace proprio e solo perché è famosa, ne stimano la popolarità e poco altro».


Nel libro si ventila l'ipotesi che i Ferragnez possano decidere di capitalizzare i like trasformandoli in voti.
«Non credo che scenderà in politica perché lei fa solo cose su cui ha il massimo controllo.

Su Fedez non potrei escluderlo, ma credo che la stagione degli improvvisati sia passata e che siamo vaccinati contro il populismo».


Per legare questo ultimo lavoro al primo, L'Italia spiegata a mio nonno, come spiegheresti il fenomeno Ferragni a un anziano?
«Direi che Chiara è una persona diventata molto famosa facendo foto di se stessa. Il suo percorso è il simbolo degli anni ultrasocial che stiamo vivendo e lei è riuscita a fare quello che vorrebbero fare in molti. Un tempo la gente voleva diventare famosa andando al Grande Fratello, oggi tutti vogliono fare gli influencer. Lei è quella che ce l'ha fatta. Ma anche questo è un fenomeno che mi sembra si stia esaurendo».


E cosa vedi nel futuro?
«Qualcosa di peggio: il meccanismo dei social diventa sempre più commerciale e semplice. Temo che l'idiozia dilagante di Tik Tok possa prendere il sopravvento sul narcisismo commerciale».


Come pensi reagirebbe Chiara se dovesse leggere il tuo libro?
«Si infurierebbe perché il mio è un racconto che esula dal suo controllo. Al contempo è un tentativo di dialogo tra due mondi, il mio e il suo, molto distanti».

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