Addio a Marilena, portò in Puglia i grandi dell’arte

Addio a Marilena, portò in Puglia i grandi dell’arte
di Carmelo CIPRIANI
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Giovedì 28 Agosto 2014, 13:10
Come in ogni settore dell’umana sapienza anche nell’arte contemporanea esistono figure che, pi di altre, ne hanno fatto la storia, definendone in anticipo direttrici e sviluppi. Marilena Bonomo (nella foto a destra) stata una di queste. Il passato purtroppo d’obbligo. La storica gallerista barese si è spenta lunedì sera, all’età di ottantasei anni, privando lo scenario artistico nazionale di una mente fervida, connotata da una capacità prefigurativa decisamente fuori dal comune. Guidata da un eccezionale intuito e fiancheggiata dal marito Lorenzo e da Lucio Amelio, ha saputo fare le scelte giuste, anticipando chiunque, persino il tempo, e portando in Puglia nomi oggi consacrati dalla storia dell’arte: da Paladino a Kounellis, da Boetti a Tremlett, da Fabro a Dibbets, da Paolini a De Maria.



Dal 1971, anno di apertura della storica galleria in via Niccolò dell’Arca, Marilena Bonomo non ha sbagliato un colpo. Ha contribuito in maniera significativa alla conoscenza in Puglia dell’arte contemporanea americana ed europea, senza però mai dimenticare il territorio. Paolo Lunanova, Biagio Caldarelli, Carlo Fusca, Michele Zaza, Franco Dellerba, Pippo Patruno, sono solo alcuni degli artisti pugliesi che la gallerista ha avuto l’intelligenza e la lungimiranza di ospitare e sostenere.

È suo, dunque, più di chiunque altro, il merito di aver ospitato le sperimentazioni neoavanguardiste in Puglia, di aver inserito Bari nei circuiti artistici internazionali, agendo in autonomia, lontana da qualunque centro attivo del sistema. E così mentre molti si chiedevano “... but, where is Bari?” (titolo della pubblicazione edita da Allemandi nel 2010, dedicata alla storia della galleria) lei iniziava la sua avventura, costituendo una delle realtà espositive più importanti d’Italia, che oggi vanta solide ramificazioni a Roma, dove le figlie Valentina e Alessandra proseguono con successo l’attività genitoriale.

Molti gli eventi di rilievo di cui è stata protagonista. Tra questi la mostra “Sculture da camera”, partita dal Castello Svevo di Bari e poi trasferita a Utrecht, Ginevra, Berlino, Atene e Los Angeles, e la rassegna “Arte&Maggio”, realizzata per la prima volta nel 1998 su invito del Comune di Bari. Molte delle opere proposte dalla galleria barese sono poi passate o approdate in collezioni prestigiose, sia pubbliche che private: dalla collezione Panza di Biumo di Varese allo Stedelijk Museum di Amsterdam, dal Moma di New York al Centre Pompidou di Parigi.



Tra i tanti artisti incontrati, è soprattutto con Sol Lewitt che ha stretto il rapporto d’amicizia più duraturo, attestato dai lunghi soggiorni spoletani dell’artista americano, ma anche dalle tante personali allestite negli spazi baresi e soprattutto dal wall drawing “All Bands” realizzato a Bari, nella centralissima Sala Murat, oggi al centro di polemiche per il suo stato di abbandono. Un intervento di recupero è quanto mai auspicabile. Ed è forse questo il punto di partenza per rendere un giusto omaggio ad una signora dell’arte contemporanea italiana.
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