Santa Teresa, ok alla cassaintegrazione per i lavoratori

Santa Teresa, ok alla cassaintegrazione per i lavoratori
di Lucia PEZZUTO
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Venerdì 23 Dicembre 2016, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 13:29
A quattro giorni da Natale arriva una “mezza” buona notizia per i 120 dipendenti della Santa Teresa: firmata la cassa integrazione in deroga, l’accordo siglato ieri pomeriggio a Bari presso la sede della Regione Puglia. All’incontro erano presenti il presidente Michele Emiliano, l’assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Sebastiano Leo, il presidente della task force regionale sul lavoro e le crisi, Leo Caroli, il Prefetto di Brindisi, Annunziato Vardè, il presidente della Provincia di Brindisi, Maurizio Bruno, i dirigenti della Provincia, l’amministratore della Santa Teresa , Maurizio Montingelli, i rappresentanti sindacali e una delegazione degli stessi dipendenti della società in house alla Provincia di Brindisi.
Possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento, i 120 lavoratori che in vista del licenziamento, previsto in prima battuta il 31 dicembre 2016 e poi slittato al 19 gennaio 2017, da due settimane avevano assunto una linea di protesta molto dura occupando la sede della Provincia di Brindisi.
Determinante in queste settimane è stato il lavoro sinergico tra sindacati, Provincia, Prefettura e Regione Puglia, quest’ultimi due avrebbero operato un pressing notevole sul Ministero del Lavoro affinchè si prendesse in considerazione un cambio di indirizzo nei confronti delle società partecipate per la quali sino ad oggi non era prevista la cassa integrazione in deroga. Il cambio di indirizzo è arrivato lo scorso 19 dicembre ed è stato subito, a ventiquattro ore di distanza, ratificato dalla Regione Puglia.
Ora la cassa integrazione per i dipendenti della Santa Teresa avrà inizio già dal prossimo 29 dicembre 2016, potrà avere una durata di circa 12 mesi, sufficienti ha trovare una soluzione appagante e definitiva alla vertenza. Nel frattempo entro 20 giorni la Santa Teresa dovrà presentare un piano industriale che preveda progetti di ricollocazione e quant’altro. Ogni mese, inoltre, l’amministratore dovrà presentare in Prefettura un resoconto sullo stato dell’arte, una sorta di verifica, la prima sarà fissata intorno al 10 gennaio 2017.
 
Intanto il 29 dicembre il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sarà a Roma per incontrare il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Questo incontro è stato fortemente voluto dal governatore della Puglia al fine fare chiarezza sul futuro delle Province ed anche delle società in house come la Santa Teresa.
Ieri pomeriggio, tra l’altro, dopo la Santa Teresa anche Alba Service della Provincia di Lecce ha avuto la cassa integrazione, qui i 120 dipendenti erano senza stipendio da ben 15 mesi.
«Siamo soddisfatti ma non ci fermiamo» dice Bobo Aprile del sindacato dei Cobas che ieri pomeriggio era presente all’incontro con la Regione Puglia. «Non abbassiamo la guardia, perché ora è il momento giusto per lavorare e cercare di ottenere una soluzione definitiva per la Santa Teresa. Continuiamo a mantenere la linea dura della protesta perché è l’unica arma che abbiamo per farci ascoltare ma al tempo stesso siamo pronti a collaborare».
Questa mattina nel salone della Provincia di Brindisi ci sarà una nuova assemblea tra sindacati e dipendenti della Santa Teresa, alla luce dei risultati ottenuti ieri in Regione e con il Ministero, si deciderà la strategia da adottare nelle prossime settimane.
«La vertenza continua ma con una strategia diversa» sottolinea Bobo Aprile. «Dal 2 gennaio 2017 opereremo in modo differente, ci sarà la cassa integrazione quindi adotteremo un’altra strategia».
I dipendenti della Santa Teresa quindi dovrebbero interrompere il presidio permanente in Provincia e tornare dalle loro famiglie. Non sarà un Natale sereno per loro ma il risultato ottenuto ieri in Regione accende una speranza, la cassa integrazione regala tempo a questi lavoratori che per il prossimo anno si augurano di trovare una soluzione definitiva alla loro vertenza occupazionale.
 
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