Bimbo nato e “scomparso”. Indagini sul parto fantasma

Bimbo nato e “scomparso”. Indagini sul parto fantasma
di Danilo SANTORO
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Martedì 19 Gennaio 2016, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 09:55
Bimbo sparito dopo il parto: pronto un fascicolo della procura di Brindisi. Dopo la denuncia presentata dal padre agli agenti del commissariato di Ostuni, e l’informativa di reato fatta pervenire dagli uffici di Polizia della Città bianca, l’autorità giudiziaria del capoluogo decide per l’apertura di un ‘inchiesta. Intanto sono già al lavoro gli uomini del commissario Gianni Albano.

Dopo aver raccolto la testimonianza del cittadino marocchino, J. A, da diverso tempo residente nella Città bianca, gli inquirenti stanno acquisendo una serie di elementi per provare a ricostruire la storia. Al momento non è stata ancora ascoltata l’ex compagna del 32enne: circostanza questa che potrebbe avvenire nei prossimi giorni. Gli investigatori ostunesi si muovono con il massimo riserbo. La vicenda, infatti, si aprirebbe a varie e difficili ipotesi, ad iniziare da quale possa essere stato il destino del piccolo. Tra gli aspetti che potrebbero rivestire un ruolo fondamentale in questa storia, l’individuazione del luogo dove sarebbe avvenuto il parto. Anche il cittadino marocchino su questo fronte non avrebbe certezze. Nella denuncia presentata in commissariato dall’uomo sono state ipotizzate, circostanze gravi, come l’occultamento del cadavere o la possibilità che il piccolo possa essere divenuto “merce” di scambio o di vendita, in una delle tante tratte di esseri umani, frequenti soprattutto nel mercato dell’ Europa dell’Est.

L’uomo però, al momento non avrebbe elementi per supportare le sue tesi. Di qui la richiesta, insieme al suo avvocato Francesco Sabatelli, di rivolgersi al commissariato di Ostuni. Una vicenda che ruota intorno alla figura della sua ormai ex compagna. La collaboratrice domestica romena, incinta del 32enne marocchino, all’ottavo mese di gravidanza ha fatto perdere le sue tracce. È questo il primo segnale allarmante che crea apprensione nell’uomo. Senza nessuna spiegazione o apparente motivo, che potesse mettere in discussione il loro rapporto, la donna in quelle condizioni di salute ha deciso di allontanarsi.
Passano mesi e settimane: il suo rientro in Ostuni, avviene però, in circostanze poco chiare, per quanto raccontato da J. A. alla polizia della Città bianca. La donna, infatti - emerge dalla denuncia - torna in Italia avendo già partorito e dichiarando che il bambino è nato morto, ed è stato portato in Romania da suo fratello per essere sepolto.

Tra mille scuse e senza certificati o documenti - secondo l’uomo - che possano provare questo , le sorti del piccolo provano ad essere archiviate in questo modo. Vicissitudini che portano, il “padre”, al momento mancato, a chiedere aiuto alla Polizia di Ostuni, la città, che ha accolto entrambi qualche anno fa, dove risiedono e lavorano. Un luogo dove avevano immaginato di per poter condividere il loro nuovo presente, in una realtà per i due lontana dai loro paesi d’origine. Una storia di amore e integrazione sociale che, invece di avere un lieto fine, ha aperto scenari, tanto oscuri e cruenti, sulla pelle di un nascituro, su cui, ora anche la procura di Brindisi ha deciso di fare chiarezza.