Tir e auto, troppe vibrazioni: cadono calcinacci, a rischio due chiese. «La strada va chiusa»

Tir e auto, troppe vibrazioni: cadono calcinacci, a rischio due chiese. «La strada va chiusa»
di Maurizio DISTANTE
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Sabato 30 Aprile 2016, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 13:49
A breve, Latiano sarà segata in due. È questo uno dei rischi che corre il paese dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi nei pressi delle cosiddette “due chiese”, la chiesa del santissimo Crocifisso e la chiesa di sant’Antonio, avvenuto nei giorni scorsi su sollecitazione dei responsabili dell'associazione culturale “L’isola che non c'è”. 

Gli attivisti, già da mesi, hanno sollevato il problema delle vibrazioni prodotte dai mezzi, soprattutto quelli pesanti, che circolano su via colonnello Montanaro, la strada che separa i due luoghi di culto e che, di fatto, spacca in due il paese: durante questo tempo, sui social ma non solo, “L'isola che non c'è” ha portato avanti una battaglia a suon di appelli e annunci, fino al sopralluogo della Soprintendenza ai beni culturali di Lecce, giunto circa un mese prima di quello dei vigili del fuoco di Brindisi. «Ora lo dice, nero su bianco, anche la Soprintendenza – si legge in un post apparso sul profilo Facebook dell'associazione, risalente al 21 marzo scorso - “che suggerisce e invita gli enti preposti, parrocchia, curia e Comune, al fine di salvaguardare la chiesa, di deviare il traffico veicolare di transito sulla strada laterale della chiesa, per lo meno quello pesante, al fine di non aggravare il degrado dell’edificio ecclesiastico”». 
 
Le sollecitazioni degli “isolani” all'amministrazione guidata da Cosimo Maiorano sono proseguite fino ad arrivare al sopralluogo dei pompieri che, da par loro, hanno relazionato su quanto visto a Latiano. Sul profilo social de “L’isola” si legge tra l'altro: “Si ritiene opportuno, sempre a scopo cautelativo e per quanto di competenza di questo comando, considerare non sicura e non funzionale la viabilità veicolare e pedonale nel tratto prospiciente il prospetto della chiesa, ritenendola potenzialmente area di proiezione di eventuali distacchi di materiali lapidei almeno fino ad avvenuta predisposizione di idonei presidi atti a garantire la stabilità delle strutture volte al ripristino delle condizioni di sicurezza e funzionalità”». Insomma, dopo l'ispezione visiva dei vigili del fuoco, la strada va chiusa. Il risultato cui miravano gli “isolani” non solo è stato raggiunto ma è stato addirittura superato: lo scopo degli attivisti, infatti, era quello di deviare il percorso degli autobus dei pendolari e di tutti gli altri mezzi pesanti. Ora, il sindaco Maiorano sarà costretto ad emettere un’ordinanza che impedisca il transito in quel pezzo di strada non solo a pullman e camion ma anche ad auto, moto, scooter, biciclette, cavalli, uomini, donne e bambini. Dalle parti del Comune non si nasconde l'irritazione per quanto l'intervento dell'associazione ha provocato, col sindaco che, abbandonando la sua proverbiale riservatezza, non ha usato giri di parole e, a mezzo Facebook, ha puntato il dito contro uno dei responsabili de “L'isola”, Franco Giuliano, reo di essere, sempre secondo il primo cittadino, il fautore della trovata. 

«Un plauso al solerte "senso civico" del cittadino Franco Giuliano - si legge sul profilo di Maiorano - grazie al quale nel tratto di strada in questione non sarà più possibile transitare né con mezzi pesanti né con veicoli né a piedi. Forse sarebbe ora di spegnere qualche riflettore e impegnarsi seriamente per il bene del paese?».
Maiorano ha stigmatizzato l'accaduto e si sta preparando a emettere l'ordinanza che negherà il transito a chiunque nei pochi metri di asfalto tra le due chiese. «Ci stiamo già adoperando a chiudere il traffico veicolare e pedonale nell'area, così come disposto dai vigili del fuoco. Dopodiché chiederò ai proprietari dell'immobile, la curia di Oria, la messa in sicurezza. Non posso certo, però, nascondere la preoccupazione per le conseguenze che questo atto porterà in termini di viabilità: faremo di tutto per limitare i danni che questa iniziativa porterà alla comunità».
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