Lo strazio del padre, in caserma bacia la foto del figlio: «L’ultimo colpo era per me»

Antonio Di Cataldo
Antonio Di Cataldo
di Roberta GRASSI
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Giovedì 28 Luglio 2016, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 13:48

LATIANO - «L’ultimo colpo era per me». La confessione di Cosimo Di Cataldo è durata una intera notte. Al cospetto dei carabinieri e del pm Francesco Carluccio, al fianco del suo avvocato Giancarlo Camassa, ha ricostruito l’accaduto rivelando anche di aver avuto l’intenzione di togliersi la vita. Sulla scrivania del comandante della stazione dei carabinieri c’era la carta d’identità del figlio: l’ha stretta fra le mani. Ne ha baciato la foto. Ma ha anche spiegato agli investigatori che la situazione era ormai insostenibile da tempo e che il dramma aleggiava attorno all’abitazione di via Scarafile e non si sarebbe potuto prevedere, prima, chi dovesse soccombere.
L’operaio 58enne, ben conscio del proprio destino, ha chiesto al pm di poter salutare per l’ultima volta il suo ragazzo, nonostante tutto. Non c’erano le condizioni perché gli fosse concesso. Non sarà probabilmente possibile, neppure nei prossimi giorni. Per il momento la salma resta a disposizione della magistratura: oggi sarà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo della vittima. Poi sarà dato il nulla osta per la sepoltura.

Il padre, disperato, ha confessato tutto senza farsi alcuno sconto. Ha risposto alle domande che gli sono state poste, è riuscito a entrare nel dettaglio della dinamica, ricostruita in ogni sua fase dagli inquirenti. Ha poi specificato di non ricordare più nulla di quanto accaduto dopo l’omicidio: sotto choc ha telefonato al 112 e ha aspettato. Mentre il corpo esanime del ragazzo giaceva a terra, accanto al motoape parcheggiato nell’androne. Minuti interminabili, segnati dal caos nella mente dell’uomo che ha specificato d’aver disarmato il figlio Antonio e di aver perso la testa. Ieri mattina, una volta in carcere, il cedimento. Ha accusato un malore, è stato condotto in infermeria. Prima di fare ritorno in cella. Viene tenuto sotto particolare sorveglianza, per il timore che il suo particolare stato d’animo possa portarlo a compiere gesti autodistruttivi. Il suo legale lo ha incontrato ieri in mattinata. I famigliari andranno a trovarlo non appena sarà possibile. A breve sarà fissato l’interrogatorio per la convalida dell’arresto dinanzi al giudice per le indagini preliminari. Per il momento l’accusa contestata è di omicidio volontario, ma non è escluso che possa mutare nella forma aggravata dall’utilizzo dell’arma e dal legame di parentela con la vittima.
[SIGLA]R.Gra.
 

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