Doping per il body building: quattro condanne, prosciolto un atleta disabile

Doping per il body building: quattro condanne, prosciolto un atleta disabile
2 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Aprile 2016, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 18:38
BRINDISI - Il gup di Brindisi, Stefania De Angelis ha emesso due sentenze di patteggiamento, due di condanna e una di proscioglimento nei confronti di cinque imputati coinvolti in un’inchiesta coordinata dal pm Milto Stefano De Nozza e condotta dai carabinieri dei Nas di Taranto, sulla commercializzazione di farmaci per il doping di atleti professionisti e semi professionisti nell’ambito del body building. Sono stati condannati a un anno e 10 mesi Giuliano Bufano, di Mesagne (Brindisi), e a otto mesi Michele Pichierri, di Sava (Taranto). Hanno patteggiato la pena di un anno Nicola Marseglia e Giorgio Montinaro, di San Vito dei Normanni (Brindisi). E’ stato prosciolto Paolo De Vizzi, di Manduria, un atleta disabile noto alle cronache per aver centrato il record di permanenza in immersione. Altri due imputati sono stati rinviati a giudizio: si tratta di Gennaro Botrugno, di Faggiano (Taranto) e di Maurizio D’Errico, di San Pancrazio Salentino (Brindisi).
L’11 giugno del 2014 furono eseguiti 10 arresti. Secondo quanto accertato dagli investigatori veniva adottato anche nel Brindisino, il metodo “Seccarecci” dal nome di Daniele Seccarecci, noto body builder di Livorno, poi trasferitosi a Taranto, stroncato nel settembre 2013 da un infarto. Lo sportivo aveva confessato durante un interrogatorio di aver fatto ricorso agli steroidi come elemento indispensabile per la disciplina praticata. Si registrarono nel corso dell’inchiesta due episodi ritenuti “gravi” da pm e gip: ovvero malori tra cui un collasso, nel giugno 2011, a margine di una gara allo Sheraton di Bari. A quanto appurato venivano compilate false ricette, così come confermato anche da una persona che ha poi collaborato con i magistrati, per acquistare con il solo pagamento del ticket di uno o tre euro, farmaci molto più costosi. In particolare medicine per la cura del nanismo, testosterone, e anche sostanze impiegate in ambito veterinario.
In cinque avevano già patteggiato durante le indagini preliminari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA