Rischiava di sforare di quasi sei milioni di euro il patto di stabilità la Provincia di Brindisi che, alla fine, ha scampato il pericolo grazie alla decisione nel merito assunta dal Tar del Lazio al quale si era rivolto l’ente per contestare le decisioni del ministero dell’Interno. Ad occuparsi della questione è stato il legale della Provincia Mario Marino Guadalupi, che ha discusso la causa in udienza il 10 dicembre scorso.
Il decreto “Sblocca pagamenti”
Motivo del contendere, in particolare, l’applicazione del cosiddetto decreto “Sblocca pagamenti” che nel 2013 aveva consegnato nelle mani di Comuni e Province 4,5 miliardi di euro, risorse che la pubblica amministrazione aveva potuto utilizzare per i pagamenti alle imprese. Alla Puglia, complessivamente, erano andati oltre 200 milioni, svincolati dal Patto di stabilità, sulla base delle richieste fatte pervenire agli enti locali entro il 30 aprile di quell’anno. E proprio l’ente di via De Leo, paradossalmente, era risultato tra le Province più virtuose nel pagare i propri creditori. Un risultato dimostrato dall’elenco delle venti Province più “celeri” nello sfruttare gli spazi finanziari richiesti e ottenuti dal ministero dell’Economia proprio grazie al decreto “Sblocca pagamenti”. Nell’elenco, elaborato sulla base dei dati censiti dall’Upi, l’ente brindisino risultava avere effettuato pagamenti alle imprese per oltre 2,9 milioni di euro, a fronte dei 4,3 milioni di euro concessi dallo Stato in corrispondenza delle posizioni debitorie “bloccate” a causa dei limiti imposti dal patto di stabilità. Il procedimento, tuttavia, era suddiviso in due parti. Ed i problemi per la Provincia di Brindisi sono sorti proprio nella seconda attribuzione degli spazi finanziari extra patto di stabilità con i quali effettuare i pagamenti arretrati. “L’esclusione dalla seconda ripartizione di spazi finanziari - si legge nell’ordinanza del Tar del Lazio - è dipesa infatti dal mancato rinvenimento nel modello telematico acquisito dal sistema informatico della Ragioneria dello Stato, non imputabile, tuttavia, alla Provincia di Brindisi, né indice di una rinunzia dell’ente a partecipare alla ripartizione degli spazi finanziari per il patto di stabilità interno dell’anno 2013”.
La decisione
Il mancato inserimento dei dati, confermano i giudici, “è dipeso, in modo del tutto incolpevole, dal fatto che la Provincia non ha potuto accedere al sito web dell’amministrazione, come esposto in atti e non contestato sostanzialmente dal ministero”.