Su Facebook con gli abiti delle rapine: arrestati in tre

Uno dei frame incriminati
Uno dei frame incriminati
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Sabato 5 Marzo 2016, 14:16 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 07:49

Non solo le impronte digitali, il Dna e i tabilati telefonici. A inchiodare tre rapinatori di manduria per due rapine avvenute nel Brindisino ci sono stati anche i capi di vestiario ripresi dalle telecamere e poi utilizzati per posare nelle foto su Facebook.
All’alba di oggi i Carabinieri di Manduria hanno arrestato per concorso in rapina pluriaggravata, porto e detenzione illegale di arma comune da sparo in luogo pubblico, alterazione di arma e ricettazione tre giovanissimi del posto. Si tratta del ventenne Alessandro Massafra, del suo coetaneo Giulio Modeo, sottoposto agli arresti domiciliari per rapina e di un terzo complice, sempre di Manduria, all’epoca dei fatti ancora minorenne e attualmente detenuto nel carcere di Taranto per rapina.

La banda è ritenuta responsabile di una serie di rapine che hanno terrorizzato la provincia di Brindisi nel 2013.
In particolare Massafra e Modeo sono ritenuti responsabili di due rapine avvenute rispettivamente in San Pancrazio Salentin il 28 settembre 2013 e a Cellino San Marco il 4 ottobre dello stesso anno, mentre il 19enne è ritenuto responsabile, in concorso con i due 20enni, solo della rapina avvenuta a Cellino San Marco.
L’operazione è stata eseguita su ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip del tribinale  di Brindisi,  Paola Liaci, e del gip del Tribunale dei Minori di Lecce, Addolorata Colluto, a seguito di un’articolata indagine diretta dalla Procura di Brindisi guidata dal sostituto Raffaele Casto. L’indagine, veniva avviata il 04 ottobre del 2013 a seguito di una rapina perpetrata ai danni del supermercato Eurospin ubicato nel Comune di Cellino San Marco, quando, due ignoti malfattori, travisati da passamontagna e armati di fucile a canne mozze, sotto la minaccia dell’arma si impossessavano della somma contante di 3.000,00 euro. Terminata l’azione i due si davano a precipitosa fuga a bordo di autovettura Opel Astra che, intercettata ed inseguita da una pattuglia dei Carabinieri e abbandonata nel Comune di Trepuzzi.
Ed è proprio su questo mezzo che il Nucleo Investigativo  di Lecce ha trovato impronte papillari e digitali oltre a recuperare l’arma utilizzata dai rapinatori, un telefono cellulare ed alcuni indumenti utilizzati per travisarsi durante la rapina.
Gli ulteriori accertamenti tecnici, eseguiti dai Carabinieri di Trepuzzi sulla sim card presente nel telefono hanno poi portato a una donna di Manduria, madre del 19enne arrestato.

Nell'Indagine anche lo studio delle foto pubblicate su Facebook
Alcuni capi di abbigliamento indossati dai rapinatori sono risultati essere del tutto simili a quelli indossati, in varie circostanze, nelle foto pubblicate sul proprio profilo personale del social network Facebook. Fondamentali si sono poi rivelati gli esiti degli accertamenti tecnici eseguiti dal Ris di Bari che dispone di un laboratorio di dattiloscopia, con competenza regionale, per l’esaltazione dell’impronte.


 

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