Il sindaco Conte: «Scritta una pagina nera ma la gente è stata ingannata»

Il sindaco di San Vito, Domenico Conte
Il sindaco di San Vito, Domenico Conte
di Mariateresa LANZILLOTTI
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Sabato 20 Agosto 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 16:07

 Domenico Conte, primo cittadino di San Vito da poco più di un anno. Uomo del centrosinistra, figura dirigenziale alla Questura di Brindisi, sindacalista, cattolico. Un “sindaco di strada” come si definisce.

Che cosa è successo giovedì?
«Si è scritta una pagina nera della storia di San Vito. C'era una folla inferocita. Non credevo ai miei occhi. Sono entrato nell'aula consigliare ed ho preso il microfono, per farmi sentire da tutti, per spiegare che non sarebbe stato aperto nessun centro per i migranti. E nel marasma vedevo famiglie con bambini, le stesse che incontro la domenica a messa e accanto a loro, noti pregiudicati che ad ogni cenno di stabilizzazione della massa, si adoperavano per fomentare nuovamente la rabbia della gente. Io cercavo di calmare la folla e intanto c'erano vigili urbani e carabinieri in divisa e in borghese tra la gente. Scene irripetibili».
 
Ma qual è la verità su questa vicenda?
«I fatti sono questi. Privati hanno acquistato l'ex asilo in zona “campo sportivo”. Due settimane fa gli imprenditori ed una cooperativa si sono presentati da me chiedendomi se il Comune avrebbe avallato l'iniziativa di aprire questo centro. Ho detto subito di no. E non per ragioni razziste, ma perché San Vito ha già dato anche su questo fronte. Da anni ospitiamo i migranti al Green Garden di via Carovigno. Abbiamo Restinco a due passi dalla città. E' ora che si impegnino gli altri Comuni, non si possono chiedere altri sforzi a San Vito, aprire una struttura di questo tipo in quel punto della città comporterebbe l'insorgere di seri problemi di ordine pubblico. So di cosa parlo, mi occupo di sicurezza da 25 anni e negli ultimi 4 mesi ho monitorato attentamente tutto ciò che ruota intorno a queste faccende. Sembrava che la questione si fosse risolta quando il 28 luglio si è chiusa la manifestazione d'interesse per 128 posti per migranti indetta dalla prefettura su mandato del ministero degli Interni. La manifestazione è andata deserta, perciò il problema non sussisteva più».

Si è fatto un'idea delle ragioni che hanno portato all'assalto?
«Sì, San Vito non è questa, i sanvitesi sono brave persone. Giovedì c'erano molti anziani, bambini, gente che non stava nemmeno capendo cosa stesse accadendo. C'era addirittura una signora molto attiva nel sociale, lì tra i facinorosi. Alcuni mi hanno chiamato ed inviato messaggi chiedendomi scusa per aver preso parte a quella brutta iniziativa. I miei concittadini hanno raggiunto la piazza con la convinzione di dover firmare una petizione contro l'apertura di un centro per i migranti, erano lì solo per capire. Qualcuno ha orchestrato tutto».

Sembra che il caso si sia ingrossato così tanto grazie ai post pubblicati sui social network, tra chi si è fatto portavoce degli intenti violenti, anche insospettabili. Lei cosa ne pensa?
«Io sinceramente non utilizzo questi mezzi. Ma molto è stato portato alla mia attenzione. Nonostante tutto io sono certo della buona fede dei miei concittadini ed altrettanto certo che dietro quanto accaduto si nasconda qualcuno interessato unicamente a creare problemi in città. Infatti, hanno messo in giro voci assurde, sono arrivati a dire che avremmo accolto 250 immigrati e che sarebbero stati tutti in pericolo».

Quale sarà l'epilogo di questa vicenda?
«Mi sono già rivolto alle autorità competenti per far luce su quanto accaduto. Giovedì pomeriggio ho fotografato tutta la gente presente nella bolgia, ho individuato coloro i quali provvedevano a fomentare gli altri. Ora bisognerà andare a fondo e scoprire chi ha organizzato tutto e per quale motivo lo ha fatto, perché fatti del genere non devono verificarsi mai più».
 

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