La follia di un pomeriggio contro gli immigrati: «Qualcuno li ha aizzati»

La follia di un pomeriggio contro gli immigrati: «Qualcuno li ha aizzati»
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Sabato 20 Agosto 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 18:10

«Vieni fuori, vieni in piazza». L'urlo di singoli, il sentimento di molti. Assalto al Municipio di San Vito dei Normanni e rabbia rivolta contro il sindaco Domenico Conte. Il motivo: la presunta apertura di un nuovo centro per migranti. Tra i manifestanti alcuni volti della criminalità locale, ma anche famiglie inconsapevoli.
Si trattava solo di una voce, una di quelle che non hanno fondamento alcuno e così come vengono messe in giro, presto si dissolvono nel nulla.
In paese si mormorava già da qualche giorno dell'allestimento di una nuova struttura per l'accoglienza dei migranti. Dicevano che si sarebbe realizzata nell'ex scuola materna delle suore francescane, nel cuore del rione “campo sportivo”, proprio difronte al complesso in cui gioca a calcio la squadra locale. Uno stabile chiuso da anni ormai, antico e grande, a cui i sanvitesi sono molto affezionati.

Le voci si sono fatte sempre più insistenti e la diffusione della notizia circa il recente acquisto dell'immobile a opera di privati ha quasi avvalorato la teoria. Poi alle “chicchiere” hanno fatto seguito i proclami sui social network. Messaggi che nella difesa del territorio e dalla minaccia dei profughi incitano all'odio, alla paura nei confronti dell'altro, testi fortemente razzisti e carichi di rabbia.
 
«È stata approvata dal prefetto l'autorizzazione ad ospitare oltre 200 profughi, rifugiati, potenziali Isis - recita uno dei post diffusi negli ultimi giorni - Possiamo formulare una contro autorizzazione da presentare al sindaco affinché venga ritirata questa. Immaginate 200 vagabondi in giro per la città, vicino alle scuole medie, vicino alla pineta, scuola elementare e dell'infanzia, dove è pieno di bambini ed adolescenti. Dobbiamo stare attenti ai nostri figli, parenti, a noi stessi. Ora basta! Stiamo raccogliendo già le firme. Iniziamo a ribellarci perché per noi italiani non ci sono privilegi».

E tra gli utenti che davano appuntamento ai concittadini alla 16 di giovedì, in piazza, difronte al municipio, altri che esprimevano il proprio consenso e commentavano fomentando ulteriormente il popolo social. Tra questi anche insospettabili, padri di famiglia, madri, ragazzi “per bene”.
E' così che la “mente di gruppo”, il tranello teso secondo il quale giovedì bisognava raggiungere il centro cittadino solo per sottoscrivere una petizione, ha spinto centinaia di persone quasi ad assaltare il Palazzo di città dal quale il primo cittadino cercava di placare gli animi e spiegare che si trattava di un equivoco.
Urlavano, si spingevano, sembrava quasi volessero la testa del sindaco Conte, reo di portare in città non semplici migranti, ma addirittura terroristi dell'Isis.

Sono stati momenti molto concitati. Non si vedeva l'aula consiliare e la piazza così piene dal giorno dell'elezione di Conte. Ma giovedì il poliziotto non sorrideva alla sua comunità, la pregava di tornare nei ranghi, di fermarsi ad ascoltare, perché non c'era nulla di cui preoccuparsi. Non c'era nessun nemico da temere e combattere. Ma si stava verificando solo una manovra studiata da qualcuno intenzionato a creare scompiglio a San Vito.
Perché se è vero che la ex scuola materna è stata acquistata da privati, se è vero che una cooperativa due settimane addietro si era presentata a Palazzo di città per chiedere se il Comune avrebbe dato il proprio benestare all'apertura del centro di ospitalità. E' altrettanto vero che, secondo quanto raccontato dallo stesso Conte, il proposito è stato subito stroncato e la manifestazione di interesse indetta dalla prefettura per l'individuazione di 128 posti da distribuire nelle provincia di Brindisi, richiesti dal ministero degli Interni, è andata vuota.
Eppure giovedì c'era chi aizzava la folla e i bambini che in città solitamente giocano alle feste per l'uguaglianza, questa volta tenevano la mano di genitori urlanti e rabbiosi.

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