Proiettili e minacce a Muccio: immagini al vaglio della Digos

Proiettili e minacce a Muccio: immagini al vaglio della Digos
di Roberta GRASSI
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Domenica 26 Giugno 2016, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 17:28
Si stringe il cerchio sull’atto intimidatorio ai danni di Toni Muccio, coordinatore cittadino di Noi Centro, ex consigliere comunale e imprenditore. Venerdì mattina una busta con due proiettili e un biglietto con scritto “Pagherai, bastardo” è stato trovato nella cassetta delle lettere della sua abitazione di via Gran Bretagna, al Rione Bozzano. E proprio sull’atmosfera attorno al seggio dello stesso quartiere, nel giorno del ballottaggio, sono in corso approfondimenti da parte della Digos della questura di Brindisi. Con gli investigatori Muccio ha trascorso più di sette ore, subito dopo i fatti. Ha sporto formale querela nei confronti di persone non identificate. 

Le indagini proseguono a ritmo serrato: se i filmati di una telecamera non sono fruibili, si stanno invece visionando le immagini contenute nell’hard-disk di un impianto condominiale. Dalle stesse potrebbe essere emerso qualche dettaglio utile a scoprire chi si è recato all’interno dell’androne per posizionare il plico dove voleva che fosse ritrovato. La busta non era affrancata. Sul dorso c’era scritto con un pennarello nero: per Toni Muccio. All’interno due cartucce per pistola, calibro 380 Acp (Automatic colt pistol) chiamati anche 9x17 mm, 9 mm corto o anche 9 Browning corto. Sono utilizzati per alcune piccole pistole semplici o mitragliatrici.
 
Non è semplicissimo individuare il momento esatto in cui il pacco è stato portato a destinazione e se ciò sia avvenuto di giorno o di notte. A quanto emerso dalle ricostruzioni, la posta non veniva ritirata da almeno 48 ore dalla famiglia Muccio: nei video potrebbe esserci il responso all’interrogativo. I poliziotti che hanno già in passato risolto più di qualche caso (eclatante o meno) grazie alla capacità di visionare analiticamente i fotogrammi e di incrociare i dati con le informazioni acquisite per strada partono proprio da questo: dalla localizzazione nel tempo dell’episodio. Si sa poi che il palazzo dove Muccio risiede ha due ingressi. Per entrare dall’accesso principale è necessario citofonare perché qualcuno apra.
Si può però aggirare l’ostacolo dal retro, per poi giungere allo stesso punto attraverso i garage. Sono dettagli che hanno un valore preciso, così come lo ha il racconto di una campagna elettorale dal clima teso che è ricavabile non solo dai social network ma anche dal racconto di screzi, diverbi, piccole rappresaglie di quartiere.

Tre gli interventi di Ordine dei giornalisti e di Assostampa in difesa o per esprimere solidarietà a giornalisti in qualche modo “attaccati”. Uno fra questi ha denunciato formalmente alla stessa Digos, all’indomani della conferenza stampa in cui Muccio ha reso nota l’esistenza di una sentenza di condanna della Cassazione nei confronti del candidato sindaco avversario, di aver subito delle minacce esplicite sul web.

Altrove ci sono stati confronti animati, scambi di vedute accesi. E a quanto sembra un’atmosfera particolarmente arroventata proprio al rione Bozzano dove vive Toni Muccio e dove si è occupato di seguire le elezioni. Non ha partecipato da candidato alla tornata elettorale, ha però un ruolo politico che ha determinato il suo impegno a sostegno di Angela Carluccio, eletta “sindaca” dopo il ballottaggio.

Carluccio ha recuperato lo svantaggio di sette punti percentuali del primo turno, ha superato Marino per 656 voti. Anche l’analisi del voto è stata contraddistinta da attacchi, stoccate, da botta e risposta avvelenati. Le dichiarazioni del governatore della Puglia, Michele Emiliano, sulla ripartizione delle preferenze nei quartieri periferici, ha dato da parlare. Ma il “pagherai bastardo” inviato a Muccio, con la sortita di Emiliano non ha nulla a che vedere. Le premesse, a quanto sembra, andrebbero ricercate in altri fatti dalla valenza certamente politica ma collocabili in momenti antecedenti o corrispondenti alle giornate in cui si è votato. Tre mesi di fuoco, insomma, quelli appena trascorsi a Brindisi. Non nutre nessun dubbio, il diretto interessato, che il gesto intimidatorio nei suoi confronti abbia una matrice politica e non di altro genere. Nulla, ne è certo Muccio, che possa avere attinenza con la sfera personale o professionale.
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