Brindisi, l’equipe del piano regolatore al lavoro sul porto del futuro

Brindisi, l’equipe del piano regolatore al lavoro sul porto del futuro
di Oronzo MARTUCCI
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Giovedì 16 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 12:49

L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale è impegnata nella redazione del nuovo piano regolatore del porto di Brindisi, lo strumento necessario per ridefinire l’assetto generale dello scalo e delle aree retrostanti, tenendo conto delle infrastrutturazioni necessarie per permettere le occasioni di sviluppo e per sfruttarne le potenzialità. Si tratta di un lavoro tecnico, tant’è che nei giorni scorsi presidente Ugo Patroni Griffi, ha presentato con Sogesid, società per azioni a capitale sociale interamente detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, la squadra di professionisti e tecnici che affiancherà l’ente nella redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale. Ma si tratta anche e soprattutto di un lavoro politico, di indirizzo, perché nel Piano regolatore e nelle opere programmate deve necessariamente leggersi in quale modo il porto voglia crescere, anche cambiando in parte la sua vocazione di porto che nel corso degli anni ha servito la grande industria del territorio e allo stesso tempo ha avuto un ruolo di primo piano nel collegamenti con la Grecia.
E la parte politica di questo lavoro è più difficile di quella tecnica, perché a Brindisi il porto e le attività imprenditoriali collegate allo stesso sono da sempre occasione di scontro più che di confronto. In ogni caso, ora nelle scelte tecniche ci devono essere necessariamente anche quelle politiche, di prospettiva, e nessuno tra gli interlocutori istituzionali potrà continuare a nascondersi. I professionisti che saranno coinvolti nella redazione del piano appartengono alla Modimar srl, società di servizi, con sede a Roma, specializzata nel campo dell’ingegneria idraulica e marittima, con esperienza nella progettazione di opere idrauliche tradizionali quali dighe, traverse, impianti e di opere marittime quali porti, opere offshore, sistemi integrati di difesa delle coste. Per gli aspetti ambientali il professionista individuato tramite gara sarà l’ingegner Angelo Micolucci, tarantino, specializzato in ingegneria per l’ambiente e il territorio. La squadra del Piano regolatore è composta da esperti in infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime e portuali, di idraulica marittima e modellistica numerica, di trasporti via mare e via terra, di logistica nei porti. A quindi da specialisti in valutazioni ambientali, dragaggi, energia, protezione del territorio, così come biologi marini, paesaggisti, disegnatori ed esperti Gis. (“Sistema Informatico Geografico”).

Tali professionisti lavoreranno a supporto dell’Ufficio di Pianificazione Strategica, istituito dall’Ente portuale nel 2018.

Il percorso

L’Autorità portuale ha ricordato che le basi del Piano regolatore “saranno quelle indicate nel Documento di Pianificazione Strategica di Sistema Portuale redatto dall’Ufficio, consegnato nel dicembre 2018 in forma preliminare e rivisto definitivamente a valle di un confronto con stakeholders (istituzionali, imprenditoriali, dell’associazionismo, del terzo settore e privati cittadini) che ha avuto l’obiettivo di far emergere i rispettivi fabbisogni, secondo logiche partecipative e attraverso una prospettiva sovra-territoriale di raccordo tra le specificità di ogni singolo nodo portuale”.
Il presidente Ugo Patroni Griffi ha spiegato che «la pianificazione portuale è diversa da ogni altra pianificazione, perché non ha ad oggetto la regolamentazione del territorio bensì l’ efficiente organizzazione, in una dimensione temporale ampia e quindi secondo un credibile scenario probabilistico, di un nodo infrastrutturale che possa sostenere lo sviluppo dei traffici, tenendo conto del naviglio operante e della prevedibile evoluzione dello stesso». 
«Il piano regolatore portuale di Brindisi dovrà essere flessibile, in modo da poter assicurare uno scalo polifunzionale, pienamente accessibile e quindi affrancato dagli attuali limiti e interferenze, green e smart. Un hub moderno capace di consolidare i traffici esistenti e di attrarne di nuovi, garantire spazi per insediamenti produttivi legati principalmente – ma non solo - alla transizione energetica, fornire servizi innovativi, sostenere lo sviluppo della Zes e della Zona frana doganale, captare il fenomeno del reshoring», ha aggiunto Patroni Griffi.
Con la costituzione dell’Ufficio di Piano si potrà avviare la pianificazione delle aree portualità, tenendo conto anche delle novità introdotte dalla legge numero 156 del 9 novembre 2021 che stabilisce, tra l’altro, «misure di semplificazione in materia di dragaggi e riutilizzo dei materiali di presenti nei fondali marini, al fine di promuovere investimenti a favore di progetti di economia circolare, di favorire l’innovazione tecnologica, nel rispetto, al contempo, della sicurezza del trasporto marittimo», si legge in una nota dell’Autorità portuale. Il documento strategico ora utilizzato nel porto di Brindisi, era stato approvato nel 1975, con una variante introdotta nel 2006 e un importante adeguamento tecnico funzionale effettuato nel 2020.

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