«Non ho mai perso la gioia di vivere». Gli amici raccontano il loro “santo”

Matteo Farina
Matteo Farina
di Lucia PEZZUTO
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Lunedì 24 Aprile 2017, 17:19
“Sballottolato qui e là non ho mai perso la gioia di vivere. Sì, la gioia di vivere. Vivere la vita, perché la vita è bella”: sono le parole di Matteo Farina, poche parole che racchiudono il senso e la forza di un giovane ragazzo di 19 anni che anche davanti alla malattia ha trovato il coraggio di guardare in faccia la vita e viverla sino alla fine. Matteo Farina si è ammalato di tumore al cervello quando aveva appena 13 anni e sino ai 19 non si è mai arreso, forte della sua immensa fede in Gesù, ha vissuto sino alla fine con coraggio, pronto a confortare anche chi gli stava accanto. Matteo Farina, anche a distanza di otto anni dalla sua morte, lascia un segno indelebile nella sua famiglia, tra i suoi amici e in chi l’ha conosciuto seppur per un breve periodo. Questo segno oggi si concretizza con la conclusione del processo di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio.
La famiglia di Matteo, come è stato chiesto dal Tribunale Ecclesiastico, non può rilasciare dichiarazioni sino a compimento della procedura così il ricordo di questo straordinario ragazzo è affidato agli amici.
In un video pubblicato circa un anno fa, quattro ragazzi raccontano Matteo descrivendone la forza, la gioia di vivere, la sua immensa fede che ora farà di lui uno dei beati più giovani della storia della Chiesa.
Il video “Ricordando Matteo Farina” è stato pubblicato su Youtube e vede protagonisti quattro amici di Matteo che lo descrivono così: “Matteo vive a Brindisi, nel rione Casale, cresce e diventa un ragazzino vivace e curioso, vuole scoprire tutti i lati belli della vita. Gli piace studiare, ama la musica e lo sport. La vita va avanti in maniera felice. Un giorno, però, a 13 anni accusa dei disturbi alla vista, le visite mediche rivelano che ha un tumore cerebrale. La vita resta sospesa, lui tira fuori un coraggio pazzesco. Si riprende e ricomincia a vivere la sua vita normalmente, la sua passione per la musica lo spinge a dar vita ad una band, i No Name. Le sue giornate sono intense e piene di cose da fare. Si appassiona alla chimica e per questo passa dall’Istituto Tecnico Giorgi all’Istituto tecnico Majorana, dove studia con grandissima passione. Gli amici stravedono per lui, perché è un ragazzo semplice e sempre disposto ad aiutare gli altri. Ha anche una ragazza che ama tantissimo. Ma la malattia ritorna, tutto si interrompe. Quasi tutto, non il suo altruismo ed il suo coraggio. Durante la malattia non dirà mai le parole “perché proprio a me”. Lui affronta tutto con grande coraggio. Dopo tre interventi in Germania, nonostante la sedia a rotelle, riesce a preparare il suo esame di maturità, che però non riuscirà mai ad affrontare. Non la prenderà mai la maturità perché il 24 aprile del 2009 Matteo muore a quasi 19 anni”.
Di Matteo dicono gli amici rimane il ricordo della sua disponibilità ad ascoltare e a difendere chi era indifeso, sempre con pacatezza e con garbo, senza mai alzare la voce. Lo stesso coraggio che ha mostrato anche nell’affrontare la malattia e le sofferenze. “Non l’abbiamo mai visto piangersi addosso- dicono i suoi amici- o disperarsi neppure nel momento più buio. E’ stato incredibile ma anche nei momenti difficili era lui a consolare noi. Matteo ha avuto una fede in Dio così straordinaria da non farlo mai sentire solo, da renderlo allegro e disponibile verso tutti”.
Matteo Farina vive sino all’ultimo istante della sua vita con coraggio e fede, quella fede che gli consente di abbracciare con serenità la sua sorte.
Oggi i suoi amici dicono: “La vita di Matteo è dedicata a tutti noi affinchè possiamo prendere il testimone che lui ci ha lasciato e non smettere mai di cercare nel nome del Signore. Perché chi cerca trova”.
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