Tari, allarme evasione: più di tre brindisini su dieci non pagano la tassa sui rifiuti

Tari, allarme evasione: più di tre brindisini su dieci non pagano la tassa sui rifiuti
di Francesco RIBEZZO PICCININ
3 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:03

Una percentuale compresa fra il 30 ed il 40 per cento dei cittadini di Brindisi, tra utenze private e attività commerciali, non paga la Tari.

I numeri

Sono questi i dati relativi all’evasione ed elusione della tassa sui rifiuti secondo i calcoli del settore Ambiente di palazzo di città. Questo significa che più di un terzo della città non contribuisce a coprire le spese del servizio di igiene urbana e dello smaltimento dei rifiuti negli appositi impianti. Cosa che, evidentemente, pesa - e non poco - sulle spalle di tutti gli altri cittadini e delle altre attività che, proprio per questo motivo, oltre che per la ormai cronica assenza di impianti per il trattamento, si ritrovano a pagare cifre astronomiche. 

Le conseguenze

La Tari, infatti, per legge deve coprire integralmente i costi sostenuti dal Comune per la raccolta e lo smaltimento, oltre che per la pulizia della città. Questo significa che maggiore è il numero dei contribuenti, minore è la percentuale a carico del singolo cittadino. Se, però, più di un terzo dei brindisini non paga la tassa sui rifiuti, ecco che quelli che la pagano saranno chiamati a pagare molto di più di quanto, in teoria, dovrebbero. Ma non basta. Evasione ed elusione della Tari, infatti, sono alla base di un altro fenomeno che rende, da anni, la città sporca: l’abbandono di rifiuti. Chi non paga le tasse non ha il diritto si smaltire come fanno tutti gli altri cittadini (in teoria non può nemmeno ottenere i bidoncini per la differenziata e le buste per le varie frazioni) e quindi lo fa al di fuori da ogni regola, abbandonandoli dove può e senza differenziarli. E questo rappresenta un doppio danno, considerato che per raccogliere questi rifiuti abbandonati senza alcuna regola il Comune deve pagare denaro extra. Si tratta, infatti, di raccolta extra capitolato che ricade, ancora una volta, su quella percentuale di cittadini che pagano la Tari e svolgono (più o meno) correttamente la raccolta differenziata, facendo aumentare ulteriormente le tasse.

La differenziata

E che il fenomeno sia un problema endemico lo dimostrano, come sempre, i dati. Il dato ufficiale della differenziata relativo al 2023, infatti, in linea con quanto accaduto anche negli anni passati, resta ben al di sotto del 50 per cento, a fronte di un obiettivo minimo (teorico) del 65 per cento. Sulla base dei dati presenti sul portale della Regione Puglia, relativi ai mesi compresi tra gennaio e giugno, la media del 2023 è del 46,69 per cento, con picchi (verso l’alto e verso il basso) compresi tra il 49,18 di marzo ed il 44,50 di aprile. Ancora peggio era andata lo scorso anno, che si era chiuso con una media del 43,49 per cento e risultati fluttuanti tra 48,44 di dicembre ed il 39,01 di luglio. Numeri che dimostrano come non tutto ma almeno una parte del problema sia rappresentato da chi non è neanche censito tra le utenze relative alla raccolta dei rifiuti e, di conseguenze, della Tari. Tutto questo nonostante gli sforzi messi in campo nei mesi scorsi dal settore Servizi finanziari che, incrociando dati come quelli delle utenze elettriche, è riuscito a “stanare” già moltissimi evasori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA