La notizia è giunta qualche giorno fa. L'Agenzia delle Entrate ha sbloccato il mercato dei crediti fiscali legati al superbonus 110% e ai vari bonus edilizia. Una buona notizia per l'intero comparto dell'edilizia pugliese e ovviamente della provincia di Bari che, con il superbonus al 110% aveva visto aprire nuovi cantieri con conseguente incremento di posti di lavoro.
L'annuncio
Una notizia attesa da tempo dai vertici dell'Ance, aspettavamo questa circolare per poter far ripartire i cantieri, tanto da considerare come l'Agenzia delle Entrate «abbia fatto un gran lavoro».
Come è noto le banche non stavano accettando più da tempo le cessioni del credito, bloccando di fatto le attività del settore edilizio. Ma fino a che ha funzionato il bonus edilizio al 110% è servito da un lato ad adeguare il patrimonio edilizio esistente e a renderlo efficiente e dall'altro ha dato impulso al mercato del lavoro. E lo testimoniano i dati. In Puglia le asseverazioni, cioè le perizie effettuate da tecnici abilitati sono state 2.372 fino ad agosto dello scorso anno per un totale di investimenti ammessi a detrazione pari a circa 326 milioni di euro e il totale degli investimenti dei lavori conclusi ammessi a detrazione è stato pari 216 milioni di euro circa, cioè il 66,4%. In particolare il bonus da 110% ha riguardato 178 condomini per un investimento di 121 milioni di euro circa, di cui quasi la metà realizzati per un importo di 60 milioni. Ne hanno usufruito sempre in Puglia, 1.729 edifici unifamiliari per un investimento di 163 milioni di cui realizzati il 77%.
Infine hanno usufruito del bonus 465 unità immobiliari funzionalmente indipendenti per un totale di 42 milioni di euro di cui il 75% realizzati. In totale in Puglia l'investimento medio per i condomini è stato di 677.820 euro, per gli edifici unifamiliari di 94mila euro e per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti di 91mila euro. Poi la chiusura da parte delle banche ha fatto rallentare il mercato edilizio fino a quasi paralizzarlo se a questo si aggiunge l'aumento vertiginoso del costo delle materie prime il quadro diventa a tinte fosche.
Il ferro per l'acciaio ha registrato nel primo semestre del 2022 un aumento del 55%. Schizzato anche il prezzo del bitume e di tutti quei materiali derivanti da produzioni energivore. E a Bari questo scorcio del 2022 e il 2023 saranno importanti per tutta la progettazione e l'apertura dei cantieri legata ai fondi del Pnrr, Costa Sud (75 milioni), nodo verde della stazione centrale (progetto Fuksas 100 milioni) ad Enziteto e Santa Rita (15 milioni di euro cadauno). Il costo lievitato di molte materie prime può rappresentare un ostacolo grave. Può essere proprio il tallone di Achille di queste risorse del Pnrr, 3,8 miliardi di euro. Gli extra costi che ricadono sulle imprese del settore rappresentano un grandissimo problema e sono oltretutto in continuo aumento. «I prezzari che siamo riusciti ad aggiornare - precisa Bonerba - non hanno tenuto conto della totalità delle voci. Soltanto 1770 su 14.000 è ben poca cosa».
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