Nel giorno del trentennale della strage di via D'Amelio, la dirigente del Secondo Circolo di via Firenze a Conversano spiega le ragioni che hanno portato alla mancata intitolazione del plesso a Paolo Borsellino: «È stato rispettato quanto stabilito dalla Circolare ministeriale, che attribuisce solo ed esclusivamente al Consiglio di Circolo, sentiti gli indirizzi dati dal Collegio dei docenti, la facoltà di delibare a tal proposito», spiega Maria Pellegrini. «Il Consiglio di Circolo, e nella fattispecie, un genitore del Consiglio, ha ritenuto opportuno attribuire il nome di Ada Negri, in virtù di quello che era accaduto nel precedente percorso di intitolazione, nel 2017».
Al di là degli aspetti burocratici, la dirigente sottolinea come «per promuovere la legalità non c'è soltanto il nome, non basta quello.
La replica di Libera
Ma l'attivista Gianfranco Bonasora, del presidio Libera di Conversano non ci sta e replica: «Penso che quanto successo sia qualcosa che rasenti l'assurdo. Sono tanti i cittadini di Conversano rimasti increduli e sgomenti. Anche in virtù del fatto che tutto coincide con i trent'anni delle stragi di Capaci e Via D'Amelio. Inoltre, impossibile non sottolineare, come siano state ignorate non solo petizioni e altre manifestazioni di carattere popolare ma anche delibere di giunta di diverse amministrazioni susseguitesi nel tempo. La cosa che più ci duole constatare, però, è che nel trentennale delle stragi di Capaci e via D'Amelio, una scuola non riconosca in Borsellino una figura di riferimento per i suoi giovani studenti, che vanno sensibilizzati sul tema».