Tassa di soggiorno, a Bari falsa partenza: registrata solo un'attività su quattro

Tassa di soggiorno, a Bari falsa partenza: registrata solo un'attività su quattro
di Elga MONTANI
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Domenica 1 Ottobre 2023, 05:00

Da oggi entra in vigore a Bari la tassa di soggiorno. Non tutto però è ancora a regime. Basta visitare il sito dedicato, al quale le diverse strutture turistiche cittadine avrebbero dovuto registrarsi per provvedere poi a versare quanto ricavato da tale tassa, per notare che qualcosa non quadra. 
Ad oggi, infatti, sono 458 le strutture regolarmente presenti su PayTourist Bari, di cui 295 locazioni brevi, 60 b&b, 13 alberghi, 68 affittacamere, 17 case o appartamenti per le vacanze e due residenze turistiche. Molto poche se si considera che nel solo mese di luglio la polizia annona di Bari parlava di circa 1900 strutture per locazione breve presenti in città, a cui andrebbero aggiunti i b&b e gli alberghi. 

I controlli

D’altronde, nel mese di febbraio, quando il Comune di Bari aveva annunciato che ci sarebbero stati dei controlli da parte di una task force comunale interna al nucleo della Polizia Locale - settore Annona sull’abusivismo relativo alle strutture ricettive del comparto extra alberghiero la lista di quelle accreditate contava già 1795 strutture di cui 126 affittacamere, un agriturismo, 1439 alloggi privati, 206 b&b, 16 case vacanza, tre case per ferie e un villaggio turistico. A questi numeri vanno sempre aggiunti gli alberghi, che ad oggi a Bari sono due a 5 stelle, 15 a 4 stelle, 12 sono gli hotel 3 stelle e 6 in tutto i 2 stelle. 
Se i numeri fossero effettivamente questi, ad oggi risulterebbe iscritto al portale per la tassa di soggiorno solo circa un quarto delle strutture presenti a Bari, nonostante tutte loro abbiano da oggi l’obbligo di far pagare ai propri visitatori la stessa tassa. È vero che ci sono dei tempi entro i quali le strutture possono mettersi in regola, considerando che hanno sette giorni dal check-out per comunicare le presenze, mentre il versamento di quanto ottenuto va fatto trimestralmente, ma di fatto questi risultati non eccellenti dimostrano che la novità non è ancora stata recepita al meglio. 
Sicuramente ci sarà bisogno di qualche settimana prima che il sistema vada a regime, e anche prima che si pensi ad effettuare controlli e sanzioni. Da comprendere anche se tutti coloro che oggi sono nel settore siano effettivamente a conoscenza della novità, considerando che sono tanti i cittadini che si sono improvvisati e sono entrati nel settore sfruttando il boom della presenza di turisti in città avendo a disposizione una casa da affittare. Il Comune, comunque, nei giorni scorsi ha messo anche a disposizione degli operatori dei webinar gratuiti, disponibili nelle giornate del 22, 27 e 28 settembre, destinati alla presentazione e formazione all’utilizzo della piattaforma PayTourist, rivolti a tutte strutture ricettive del territorio. 
Ricordiamo che l’imposta di soggiorno è stata introdotta a Bari in seguito a delibera del consiglio comunale dello scorso 25 luglio, andando a recepire il decreto legge datato 14 marzo 2011, con il quale veniva introdotta «la possibilità per i comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni, nonché per i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte, di istituire, con deliberazione del consiglio, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive ubicate sul proprio territorio, da applicare secondo criteri di gradualità». 
Tutto quanto verrà “incassato” dal Comune di Bari attraverso la riscossione di tale imposta verrà poi utilizzato per interventi in materia di turismo e interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. 
Le tariffe, invece, sono state stabilite attraverso un regolamento approvato con una delibera di giunta comunale alla fine di agosto. 
La quota che verrà versata sarà «per persona e per pernottamento ed è graduata e commisurata con riferimento alla tipologia delle strutture ricettive o di altre tipologie ricettive definite dalla normativa regionale». L’imposta, inoltre, è applicata «fino a un massimo di quattro pernottamenti consecutivi nel corso dell’anno solare». Le cifre variano dai quattro euro per gli hotel a 5 stelle a 1,50 euro.
 

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