Amministrative: Pd-M5s, tre nomi per il dopo Decaro. La carta Schittulli per il centrodestra

Amministrative: Pd-M5s, tre nomi per il dopo Decaro. La carta Schittulli per il centrodestra
di Antonio BUCCI
5 Minuti di Lettura
Martedì 11 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:48

La macchina organizzativa in vista delle elezioni amministrative del 2024 si è messa in moto. E a Bari spuntano i primi nomi per il dopo Decaro. Tre candidati Pd-M5s e la carta Schittulli per il centrodestra. Il primo, pur in sordina, è riuscito ugualmente a far discutere gli schieramenti. La novità, invece, è che presto potrebbero vedere la luce altri due sondaggi sulle Comunali baresi del 2024. Al momento, circolano sui telefoni cellulari dei consiglieri, senza il crisma dell’ufficialità, e sono la conferma che il dossier sia sul tavolo dei partiti. 

La situazione nel centrodestra

Il quadro a destra non si discosterebbe troppo dalla rilevazione targata Rt Consulting, che vede il podio delle preferenze assegnato al viceministro azzurro Francesco Paolo Sisto, seguito dal consigliere regionale leghista Fabio Romito e dal neo senatore Fdi Filippo Melchiorre. In un caso, sarebbe l’esponente del Carroccio ad avere la meglio sugli stessi due avversari interni. Nell’altro, ad essere sondato sarebbe solo il grado di riconoscibilità del possibile aspirante alla fascia tricolore, con i tre praticamente sullo stesso piano, a pochi punti di distanza l’uno dall’altro. E senza altri nomi in pista. «Il rinnovamento è il sale della democrazia ed il contrario di una dittatura. «Noi lavoreremo per vincere e smantellare il centrosinistra e mi riempie di orgoglio leggere di un leghista come possibile candidato a sindaco», ha commentato a caldo la vice di Roberto Marti e numero due dei salviniani pugliesi, Anna Rita Tateo. «L’onda lunga è già partita con le Politiche e, dopo il Friuli, auspico anche per la Puglia un governatore di centrodestra.

E magari della Lega», azzarda, visto il bis di Massimiliano Fedriga. Bari è come la presa della Bastiglia, ad usare le parole di Michele Emiliano. Non è un caso che da Fratelli d’Italia abbiano convocato, qualche giorno fa, il coordinamento cittadino: «Altro che ancien régime, Emiliano dimentica, o finge di non rendersi conto, che è proprio il centrosinistra a governare il Comune da quasi 20 anni e la Regione da 18», rinvia a distanza il regionale Michele Picaro. «In molti ci chiedono di poter scendere in campo in prima persona, sta diventando un fatto strutturale e continuativo, tutt’altro che episodico. Anche per questo, stiamo cercando di essere presenti nei mercati e nei luoghi frequentati dai cittadini, fuori dai palazzi e dagli hotel di lusso», conferma Antonio Ciaula, l’ultimo a lasciare le insegne berlusconiane di Palazzo di Città, per accasarsi tra gli eredi della fiamma.

A sinistra


Nell’altra metà campo, lo scenario più probabile è quello dei gazebo: «Sono uno strumento democratico che fa parte del nostro partito, vedremo», tiene la porta aperta il dem Pino Giulitto, dalla federazione metropolitana. L’assessore allo sport, Pietro Petruzzelli, in cima alla rilevazione di Rt Consulting, non si sbilancia. E non lo fa la collega alle politiche giovanili, Paola Romano. Di certo c’è che non resteranno a guardare neppure i civici, che pensano già ad un nome da schierare alle primarie e assicurano che saranno della partita. Così come non è passato inosservato il duro intervento del deputato Marco Lacarra, durante i lavori del congresso regionale al teatro Abeliano. Sempre che non sia lo stesso Antonio Decaro a calare un jolly. A tempo debito, s’intende. Gianfranco Todaro, da segretario cittadino, ha riunito i dem una settimana fa: «Ha rappresentato il primo appuntamento per rilanciare il partito, in vista delle amministrative. Oltre a una analisi della situazione politica e a mettere in evidenza le importanti azioni della giunta Decaro, sono state definite le priorità per le prossime settimane. Dopo la definizione della segreteria, apriremo il percorso di coinvolgimento di associazioni e forze politiche di centrosinistra», spiegano la road map.


Per ora, parola d’ordine è fare spogliatoio e niente fughe in avanti. Per almeno due motivi: specie a destra, lo slot del capoluogo non potrà non rientrare in un accordo quadro che tenga dentro anche Lecce e le Regionali. E poi le altre partite, come i vasi comunicanti delle Europee, le cui urne potrebbero essere fissate il 9 giugno. E come le Provinciali. Sono una carta coperta ma a Roma se ne parla: l’ultimo a farlo è stato il deputato campano Francesco Maria Rubano, a margine di un incontro con il titolare degli affari regionali, Roberto Calderoli, e potrebbero concretizzarsi proprio nel 2024, con tanto di elezione diretta del presidente. E di rimescolamento dei curriculum. A proposito del palazzo in questione, non manca neppure chi cita come possibile jolly moderato anche il nome dell’ex presidente Francesco Schittulli. E prima linea del movimento che portava il nome dell’oncologo è stato Davide Bellomo, ora tra gli scranni di Montecitorio. «Ora è tutta fantapolitica», sgombra il campo un parlamentare di lungo corso. Intanto, chi può cerca di cogliere e decifrare i segnali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA

© RIPRODUZIONE RISERVATA