Danneggiamento di edificio pubblico, detenzione e porto in luogo pubblico di arma, con l'aggravante del metodo mafioso, tentata estorsione e favoreggiamento. Questi i reati di cui dovranno rispondere i tre arrestati presunti autori dell'intimidazione ai danni di una ditta di rifiuti nel barese.
Gli arresti da parte della Dda
Avrebbero sparato 15 colpi d'arma da fuoco calibro 9x21mm esplosi il 20 settembre 2018 davanti alla sede di una società di Acquaviva delle Fonti, nel Barese, operante nel settore delle bonifiche ambientali, dei servizi di igiene, di costruzioni edili e stradali, tre persone sono state arrestate dai carabinieri. In carcere sono finiti Raffaele Catanzaro, 33enne, Francesco Paradiso, 53enne e Michele De Carlo, 36enne.
Altre tre persone sono indagate a piede libero. Le misure cautelari sono state eseguite a Gioia del Colle, Casamassima e Bari. Gli indagati rispondono, a vario titolo, di danneggiamento di edificio a uso pubblico, detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l'aggravante del metodo mafioso, nonché di tentata estorsione e favoreggiamento.
L'inchiesta
L'inchiesta, coordinata dalla Dda di Bari, è partita dopo la sparatoria nella zona industriale di Acquaviva: in quella occasione due persone, non identificate, a bordo di un potente scooter indossando caschi integrali, esplosero i 15 colpi come atto di «minaccia mafiosa e finalità palesemente intimidatorie» dicono gli inquirenti, pur non avendo ancora ricostruito il movente.
I proiettili colpirono tre auto parcheggiate nel piazzale della società.