I caccia russi bombardano la Siria. L'ira di Washington: «E' un'aggressione»

I caccia russi bombardano la Siria. L'ira di Washington: «E' un'aggressione»
di Roberto Romagnoli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Ottobre 2015, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 16:30

ROMA - Ora ci sono anche le bombe dei caccia russi ad alimentare le cifre del massacro in Siria. Ieri per la prima volta, dopo il via libera del Senato, sono entrati in azione i caccia di Mosca partiti dalla nuova base aerea che si trova nella provincia costiera di Latakia. Si tratta della prima missione internazionale della Russia fuori dal “cortile” dell'ex Unione sovietica dai tempi della caduta del Muro. Gli attacchi, annunciati un'ora prima agli Stati Uniti e anche a Israele, hanno colpito le zone di Homs, Hama e Idlib.

Tutte zone dove sono concentrate e particolarmente attive più le milizie che combattono da quattro anni contro il regime di Assad che i jihadisti dello Stato islamico.

In video che mostrano gli attacchi, il ministero della Difesa russo parla di obiettivi quali «posti di comando dell'Isis e quartieri generali di controllo di (non specificate) unità terroristiche localizzati sulle montagne». Ma il presidente della Coalizione nazionale siriana, Khaled Khoja, a margine dell'Assemblea dell'Onu, dununcia: i raid aerei russi hanno già ucciso 36 civili.

GLI INTERROGATIVI

Da qui l'interrogativo, scontato, avanzato ieri dal segretario di Stato americano John Kerry su quale siano le vere intenzioni di Putin: proteggere e rafforzare Assad oppure combattere per davvero la minaccia del Califfato? Ma alle parole di Kerry, hanno fatto seguito in serata quelle ben più velenose del capo del Pentagono, Ash Carter, che, raccogliendo le denunce dell'opposizione siriana sui raid russi ha dichiarato: «La Russia deve fermare la sua aggressione in Siria».

PUTIN

In precedenza Putin al Palazzo di Vetron aveva posto l'accento su tre punti: una risoluzione per coordinare le forze anti Isis tra le quali inserire anche Assad e l'Iran; colpire «preventivamente» i terroristi, «senza aspettare che arrivino in Russia»; lavorare affinché «Assad si sieda e parli con l'opposizione per definire una soluzione politica della crisi». Dal Cremlino è poi arrivata una stoccata a tutti gli altri attori intervenuti in Siria: la Russia è «l'unico Paese» a intervenire militarmente in Siria contro l'Isis nel rispetto del diritto internazionale perché la decisione di lanciare dei raid aerei arriva in seguito alla richiesta di assistenza militare ricevuta dal presidente siriano.

E a proposito di Onu ieri si è riunito il Consiglio di sicurezza che potrebbe anche varare una risoluzione sulla Siria. Risoluzione per forza di cose morbida considerato che la Russia, e probabilmente anche la Cina, non acceterebbero mai di mettere Assad con le spalle al muro. Cosa che piacerebbe molto alla Francia che in sede di Consiglio di sicurezza ha ribadito la sua ferma posizione per bocca del ministro degli Esteri Fabius: La Francia è pronta a collaborare con la Russia e gli altri Stati impegnati nella lotta contro l'Isis in Siria, ma a tre condizioni: fine delle violenze contro i civili, uscita del presidente Assad e assoluta chiarezza sui Paesi che combattono insieme contro l'Isis». Ma la Francia, da quanto avanzato dall'agenzia Afp, starebbe spingendosi con Assad in territorio “minato”. Parigi avrebbe infatti avviato il 15 settembre un'inhciesta penale per «crimini di guerra» contro il regime di Assad per gli abusi commessi tra il 2011 e il 2013. L'indagine si baserebbe sulla testimonianza di un ex fotografo della polizia militare siriana, fuggito nel 2013 portando con sé 55.000 fotografie di corpi torturati.

Per quanto riguarda la posizione dell'Italia, il ministro Gentiloni, anch'egli all'Onu, concorde con la proposta russa di un magguior coordinamento della coalzione anti-Isis, ha affermato che «il conflitto in Siria è destinato a continuare se non aiutiamo i siriani a trovare una soluzione politica duratura e globale». Per ora di duraturo c'è solo il caos politico e sempre più quello militare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA