La Puglia ricorda Elisabetta, da Mirren a Caprarica. E la fuga a Brindisi di Filippo

La regina Elisabetta con il principe Filippo di Edimburgo
La regina Elisabetta con il principe Filippo di Edimburgo
di Francesco TRINCHERA
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Venerdì 9 Settembre 2022, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:01

Dal commentatore storico della Rai, il giornalista salentino Antonio Caprarica, impegnato in queste ore a spiegare cosa accadrà con la morte della Regina Elisabetta, ai tanti legami che la Puglia ha tenuto vivi nel tempo con il regno Unito, fino alla testimonianza dell’attrice Helen Mirren, premio Oscar proprio con “The Queen” e pugliese (salentina) d’adozione. Proprio da lei le parole tra le più toccanti e significative: «Sono in lutto, insieme al resto del mio Paese per la scomparsa di una grande regina - ha detto l’attrice -. Sono orgogliosa di definirmi dell’età elisabettiana. Se esisteva una definizione di nobiltà, Elizabeth Windsor la incarnava».

Il legame del Regno Unito con la città di Brindisi

Ma la Puglia intera in queste ore «rende omaggio alla Regina Elisabetta ed è vicina al dolore dei suoi familiari e ai popoli del Regno Unito e del Commonwealth - ha detto il presidente della Regione, Michele Emiliano -. Servire lo Stato e il suo Popolo sino alla fine è stato lo scopo della sua vita». 
In Puglia, poi, c’è una luogo che più degli altri ha mantenuto negli anni il legame con il Regno Unito, la città di Brindisi. Al di là delle vicende più recenti, come ad esempio quelle (con relative polemiche) del rigassificatore voluto da British gas e poi mai realizzato, un primo impatto significativo può essere considerato quello avvenuto durante le guerre napoleoniche: «Le navi inglesi – ha spiegato Giacomo Carito, esponente della sezione brindisina della Società di storia patria per la Puglia – bloccarono le navi francesi in Adriatico ed ad intimare la resa agli ultimi vascelli che battevano la bandiera di Murat nel porto di Brindisi fu proprio una nave da guerra inglese, segnando il definitivo ritorno dei Borboni». 

La fuga di Filippo

Ma la famiglia reale inglese ha avuto il suo legame con il capoluogo adriatico soprattutto con il marito di Elisabetta, Filippo di Edimburgo, scomparso lo scorso anno. Proprio cento anni fa, l’11 settembre del 1922, un colpo di Stato spodestò lo zio di Filippo, il re di Grecia Filippo XII, con l’arresto di Andrea, padre del futuro duca di Edimburgo. Quest’ultimo (che all’epoca aveva ancora un anno), però, riuscì a fuggire a Brindisi in maniera rocambolesca, con parte della sua famiglia, a bordo di una nave britannica: «Lo fece – ha aggiunto Carito – nascondendosi in una cassa di arance».

Un episodio che è narrato anche in un articolo della Bbc pubblicato dopo la morte del reale consorte. «Lo stesso Filippo – ha continuato lo storico – parlava spesso del suo arrivo a Brindisi». La direttrice tra la Terra d’Albione ed il centro messapico si è sviluppata soprattutto in due contesti, quello commerciale e quello relativo alle guerre.

La valigia delle Indie

Carito ha ricordato in questo senso la tappa brindisina della Valigia delle Indie, «che iniziò nel 1870 e durò sino al 1914», quando la città diventò un crocevia di traffici verso l’oriente che aveva riacquistato una sorta di rinnovata centralità, con il transito anche di un giovane Winston Churchill. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, si pose definitivamente fine al traffico navale verso l’oriente e quindi Brindisi abbandonò la Valigia delle Indie ma la città tornò ad attrarre le mire britanniche al termine del conflitto: «Qui – ha ribadito lo storico – è stato fatto il principale scalo delle Imperial Airways per i traffici oltre Suez, sostituendo gli aerei alle navi». In tema di conflitti, però, il rapporto fu duplice, prima da alleati nella prima guerra mondiale quando «a Brindisi era schierata la flotta inglese” e poi da nemici per la prima parte della seconda, con i bombardamenti sulla città (era infatti inglese la bomba ritrovata nel 2019 nei pressi del cinema Andromeda), tra cui quello tristemente famoso del 7 ed 8 novembre 1941, e poi di nuovo alleati dopo la fuga di re Vittorio Emanuele III». 

Caprarica: «Il mondo non era pronto»

La voce commossa di Antonio Caprarica in queste ore spiega agli italiani cosa succederà. «Il mondo - ha detto - non era pronto a salutare la Regina d’Inghilterra». Il volto noto della Rai ed esperto della famiglia reale, ha spiegato nel dettaglio le ripercussioni a seguito della morte della Regina d’Inghilterra: dalla durata del lutto nazionale, il protocollo London Bridge e i costi che si troverebbe ad affrontare il paese, Caprarica chiarisce che «il lutto nazionale durerà per almeno tre mesi. Per tre giorni Londra sarà completamente bloccata, si fermeranno tutte le attività, poi ci saranno comunque mesi di lutto nazionale tra la morte della sovrana e il nuovo insediamento. Nessuno sa quando sarà incoronato ufficialmente Carlo», quello che è certo è da ieri è diventato subito Re. La fine di un’epoca e certamente l’inizio di un mondo nuovo, non solo per il Regno Unito. Le vicende dell’intera famiglia Windsor infatti si sono evolute in maniera spesso inattesa. Ma sinora a tenere salda la tenuta del regno c’era la figura, quasi mitologica, della grande madre d’Inghilterra.

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