Obama: più tasse ai ricchi e meno alla classe media

Obama: più tasse ai ricchi e meno alla classe media
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Lunedì 19 Gennaio 2015, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 19:28
Il presidente americano Barack Obama si prepara a lanciare una nuova sfida ai repubblicani: durante il solenne discorso sullo Stato dell'Unione, martedì, chiederà al Congresso degli Stati Uniti un aumento delle tasse per i contribuenti più ricchi e anche per le istituzioni finanziarie più solide, per finanziare allo stesso tempo tagli delle tasse e agevolazioni fiscali per la classe media.



Il piano, anticipato per sommi capi dalla Casa Bianca, prevede tra l'altro l'aumento dei crediti fiscali per le famiglie, che si andranno ad aggiungere alla proposta formulata dal presidente nei giorni scorsi di rendere gratis l'università per due anni a tutti gli americani. I costi per le due iniziative nell'arco di dieci anni sono stimati sui 235 miliardi di dollari, mentre i proventi arriveranno dall'aumento delle tasse per i più ricchi, ovvero l'aumento della tassazione alle banche con asset superiori ai 50 miliardi di dollari e sui capital gain: misure che in totale, sempre in un decennio, dovrebbero portare nelle casse dello Stato 320 miliardi di dollari, ovvero 210 miliardi dai capital gain e 110 miliardi dalla istituzioni finanziarie, in particolare le grandi banche.



Le misure «elimineranno le maggiori scappatoie fiscali e l'utilizzo dei risparmi consentirà alla classe media di progredire», mentre il 90 per cento dell'impatto dei costi ricadrà sull'un per cento dei contribuenti, secondo quanto ha affermato un alto funzionario dell'amministrazione citato dal Washington Post.



La proposta del presidente sembra però destinata a scontrarsi con la forte opposizione dei repubblicani, che da questo mese controllano entrambi i rami del Congresso e che si oppongono a ogni aumento delle tasse che, sostengono, ostacolerebbero la crescita economica. E le prime reazioni appaiono già negative. «Prendendo a schiaffi le piccole imprese, i risparmiatori e gli investitori con aumenti delle tasse, si negherebbero solamente i benefici delle politiche fiscali che hanno avuto successo nel contribuire ad espandere l'economia, promuovere il risparmio e creare lavoro», ha affermato Orrin Hatch, presidente della Commissione finanze del Senato.



Ma in ogni caso, la mossa di Obama segnerà comunque l'avvio del dibattito sulla politica fiscale e sull'economia che rimarrà nella sua eredità presidenziale, e allo stesso tempo fisserà uno degli argomenti chiave della campagna elettorale per le presidenziali del 2016. La mossa, inoltre, mette in chiaro ancora una volta, anche sei i due rami del Congresso sono controllati da repubblicani il presidente è tutt'altro che un' anatra zoppa, che è certamente in grado di assumere iniziative mentre dispone ancora di poteri esecutivi e di veto. Anche per questo verrà ufficializzata nel solenne discorso sullo Stato dell'Unione.



Secondo le previsioni, saranno almeno 30 milioni gli americani che martedì in prima serata ascolteranno il discorso del presidente. In effetti una cifra ben lontana dai 53 milioni che lo hanno ascoltato in occasione del suo primo discorso del genere, nel 2008. Resta però da vedere se con queste anticipazioni l'audience ora crescerà.