Marino si barrica e ritira le dimissioni

Marino si barrica e ritira le dimissioni
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Venerdì 30 Ottobre 2015, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 09:59
Il sindaco Ignazio Marino vuole andare avanti: ammette gli errori fatti ma rivendica con orgoglio anche i risultati raggiunti, dal «risanamento dei debiti miliardari nel Comune e nelle aziende municipalizzate» al «ripristino della legalità». E, proprio attraverso la lettera con cui ritira le sue dimissioni, fa appello alla sua maggioranza. Chiede di non «eludere il dibattito pubblico, con un confronto chiaro per spiegare alla città cosa sta accadendo e come vorremo andare avanti». L'atteso confronto nell'Aula consiliare.



Il ritiro delle sue dimissioni, annunciato ieri nel pomeriggio, diventa ufficiale in serata quando il documento viene protocollato in Campidoglio. «Sono stato eletto con il voto favorevole del 64 per cento delle romane e dei romani. Con un programma che ha fermato il consociativismo, ha fortemente voluto il risanamento dei debiti miliardari nel Comune e nelle aziende municipalizzate. Oggi la città può riprendere ad investire - rivendica Marino -. Mentre sono certo che il nostro operato abbia con fatica raggiunto l'obiettivo di ripristinare legalità e trasparenza dell'agire amministrativo, mi è chiaro che questo sforzo non è stato da solo sufficiente a garantire i necessari risultati di buon governo della città - la sua ammissione -. Pur rivendicando ogni atto e ogni scelta fatta in questi due anni e mezzo per cambiare Roma, non ho difficoltà ad ammettere alcuni errori. Costretto dalle difficoltà e dalla resistenza dei poteri che stavamo sfidando a lavorare giorno e notte per portare a risultato ognuna delle nostre scelte, ho dato l'impressione di non voler dialogare e di non voler condividere queste scelte con la città, che talvolta ha così ha percepito di subirle».



«Per il sacrale rispetto che si deve alla stessa Assemblea ed alle sue prerogative, espressioni della sovrana volontà popolare, ritengo di dover sospendere (nelle more della convocazione richiesta) le riunioni dell'organo di governo capitolino - spiega il sindaco - e di conseguenza di inibire momentaneamente gli effetti degli atti di conferimento delle deleghe assessorili, in attesa di verificare la sussistenza delle condizioni politico-amministrative che permettano la prosecuzione del mandato».



Dopo l'annuncio di voler restare in campo, sono sette i componenti della giunta che hanno già detto di volersi dimettere. Il chirurgo dem per ora può contare ancora su cinque assessori: la fedelissima Alessandra Cattoi, Giovanni Caudo, Estella Marino, Francesca Danese, Marta Leonori.



In ogni caso, ieri sera in giunta - forse l'ultima - erano presenti quasi tutti. L'esecutivo di Roma ha dato il via libera a numerosi provvedimenti di rilievo: dalla sperimentazione della pedonalizzazione totale su via dei Fori Imperiali fino al «superamento definitivo dei residence» passando per una variazione di bilancio con circa 5 milioni per il sociale nei municipi.