Rispettare la «dignità» di Ilaria Salis, oltre a garantire «un rapido e giusto processo». Ma riguardo al trattamento e alle procedure seguite toccherà rispettare i protocolli che vigono in altri Stati sovrani come è l'Ungheria. Giorgia Meloni svela le richieste ufficiali dell'Italia dopo il colloquio privato a Bruxelles con il premier ungherese Viktor Orban, il quale viene così in parte sollevato da una diretta responsabilità sul caso dell'insegnante milanese detenuta a Budapest. «Anche lì - spiega la presidente del Consiglio - vige l'autonomia dei giudici e i governi non entrano nei processi». Quanto alla catene «accade in diversi Paesi, anche occidentali», dice Meloni.
Ilaria Salis, continuano le polemiche
Non si placano invece polemiche e schermaglie a distanza tra Matteo Salvini - «se Salis fosse condannata non la vorrei più in classe», dice - e il padre di Ilaria, il quale ha annunciato una querela nei confronti del vice premier.
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Ilaria Salis, cosa dice La Russa
Un parere con sfumature diverse arriva anche dal presidente del Senato: «quelle catene sono esagerate come in America, ma il vero motivo per cui ci siamo preoccupati è l'esibizione e la mancanza di rispetto della sua dignità», dice La Russa che domano vedrà il padre di Salis. Dal canto suo il premier ungherese ribadisce di essere legittimato solo a «fornire i dettagli del suo trattamento» in carcere «ed esercitare un'influenza perché abbia un equo trattamento». Ma la 39enne continua a rivelare ombre sulla sua situazione e in una lettera inviata all'ambasciatore italiano a Budapest rivela che dopo l'udienza di lunedì scorso «sono stata interrogata dal personale del carcere in merito alle mie condizioni detentive e alla fine mi è stato fatto firmare un verbale delle mie parole redatto in lingua ungherese».
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Ilaria Salis, le polemiche in Italia
In Italia invece non si placano le polemiche sul passato dell'insegnante milanese, che attualmente a Budapest è accusata di aver aggredito due militanti di estrema destra. La Lega alza il livello delle scontro alludendo a una vicenda giudiziaria chiusasi con sentenza di condanna per Ilaria, confermata in Cassazione il 3 luglio scorso, per concorso morale nella resistenza a pubblico ufficiale. «Da genitore capisco l'ansia e anche alcune dichiarazioni originali del padre di Salis - dice Salvini alludendo anche al fatto che l'uomo avesse riferito dell'appellativo di 'Giovanna D'Arcò dato in carcere alla figlia - È giusto che il governo sia impegnato con tutte le forze per tutelare la ragazza. In caso di condanna per violenze, a mio modo di vedere, l'opportunità che entri in classe per educare e crescere bambini è nulla». Ma Roberto Salis respinge le accuse del Carroccio sul presunto assalto della figlia al chiosco della Lega a Monza nel 2017 e annuncia una querela nei confronti di Salvini per diffamazione. Un scelta «curiosa», replica la Lega, che punzecchia anche il Pd: «È però sorprendente che la sinistra si accorga dei detenuti italiani all'estero solo quando tocca a qualche compagno». In piazza in difesa di Ilaria scende intanto Italia Viva, con un sit in a Roma dei suoi parlamentari assieme a quelli di +Europa e un grande striscione esposto davanti all'ingresso dell'ambasciata d'Ungheria.