Valditara: «Presidi più autorevoli. C’è troppa cultura sessantottina»

Il ministro dell’Istruzione è intervenuto al congresso di DirigentiScuola, in programma quest’anno a Bari «L’anarchia vuol dire assenza di autorità»

Valditara: «Presidi più autorevoli. C’è troppa cultura sessantottina»
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Lunedì 20 Maggio 2024, 05:00

«Il mondo della scuola è centrale per il Paese, per lo sviluppo della società: dalla scuola si ricostruisce l'Italia. E si ritorni all’autorità dei presidi, si sconfigga la cultura sessantottina ancora molto presente in questo Paese». Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto ieri in collegamento durante il congresso di DirigentiScuola, sindacato nazionale dei presidi, che si è svolto all’Hotel dei Principi di Bari. Il responsabile del dicastero di viale Trastevere ha illustrato gli impegni del ministero che riguardano i dirigenti annunciando «nel prossimo decreto di mercoledì la previsione del 100% sui posti che residuano al concorso e il 50% nelle Regioni in cui il concorso non termini in tempi utili».

Il ministro: «Sconfiggere la cultura sessantottina nel Paese»

«Dobbiamo ripristinare il principio di autorità - ha sottolineato Valditara -, l’anarchia vuol dire assenza di autorità e noi dobbiamo sconfiggere quella cultura sessantottina che purtroppo ancora esiste nel nostro Paese. La caduta di rispetto che c'è nella società italiana verso il mondo della scuola deriva anche da questo e voglio che i dirigenti scolastici, come i docenti e tutto il personale della scuola siano rispettati anche dai genitori». Il ministro ha poi annunciato di aver «ottenuto dalle banche delle condizioni particolarmente agevolate per tutta la categoria del mondo della scuola». 
Nell'ottica di «ridare autorevolezza economica e sociale al personale della scuola», Valditara ha parlato del nuovo contratto «che ha migliorato le condizioni della categoria».

Parlando poi di semplificazione, il ministro ha presentato il tavolo di natura contrattuale che «ha fortemente voluto per i presidi, affinché si individuino quei meccanismi necessari per agevolare la vita al personale della scuola». Valditara ha parlato di «venti punti di semplificazione che devono essere portati a compimento». Alla seconda e ultima giornata di Congresso- che ha visto la rielezione del presidente nazionale, Attilio Fratta e la costituzione della nuova segreteria nazionale- è intervenuto anche il presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Senato, Roberto Marti. Attilio Fratta ha chiuso i lavori della due giorni facendo un appello: «Bisogna avere il coraggio di sfidare, bisogna di avere il coraggio di rimuovere situazioni incancrenite che bloccano le riforme».

La polemica: «Parole del ministro mostrano il vero volto del governo»


Le dichiarazioni di Valditara hanno comunque suscitato polemiche: «Le parole del ministro sono gravissime, confondono l'autorità con l'autorevolezza e mostrano il vero volto repressivo di questo governo», afferma in una nota la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, capogruppo Pd in bicamerale Infanzia e Adolescenza. «La scuola è il luogo dell'inclusione e del dialogo, questo governo vuole smantellare un modello unico in Europa, la scuola pubblica e la sua autonomia. Il ministro in questi mesi si è distinto per prese di posizione fuori luogo: prima si è scagliato contro le proteste degli studenti, poi è arrivato ad inseguire Salvini sulla separazione in classi degli studenti stranieri. Adesso afferma di volere una scuola fondata sull'autorità, in piena continuità con la proposta di legge che scambia il merito con la condotta. Il primo compito del sistema di istruzione è la formazione degli studenti come cittadini responsabili. Ecco perché non si può rimanere in silenzio davanti alle parole del ministro Valditara, che ogni giorno inventa un nuovo reato e replica un modello punitivo e repressivo per la scuola pubblica». 
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