Potrebbero essere il simbolo dell'ennesimo inverno mancato, almeno fino ai prossimi 10 giorni, le mimose fiorite in anticipo di oltre un mese, dalla Puglia alla Liguria. Ma l'anticiclone sub-tropicale che ha causato una primavera anticipata, ed è destinato a durare almeno fino al 7 febbraio, potrebbe essere un problema per gli alberi da frutto: se fioriranno in febbraio, infatti, i raccolti potrebbero essere danneggiati dalle eventuali gelate di marzo ed aprile.
L'allarme di Coldiretti: natura in tilt
«Le alte temperature - sottolinea la Coldiretti - mandano la natura in tilt e favoriscono in tutte le piante il risveglio anticipato anche con fioriture fuori stagione e il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti».
Il climatologo
Non è peraltro il primo anno che le mimose sono fiorite in anticipo, come spiega il climatologo Claudio Tei del Consorzio Lamma-Cnr. «Negli ultimi 20 anni è capitato spesso: non è un problema ma è un sintomo del cambiamento climatico».
L'anticiclone
L'anticiclone di matrice subtropicale è già da una settimana sul Mediterraneo ed in particolare sull'Europa meridionale, dove è arrivato accompagnato da aria calda in quota, «ha fatto schizzare la colonnina di mercurio - rileva Tei - a oltre 30 gradi in Spagna, nei pressi di Valencia, un valore record per il mese di gennaio. Le previsioni per i prossimi giorni indicano che i valori termici sono destinati a diminuire nel Sud Italia, a causa dell'afflusso di venti settentrionali e più freschi. Verso la fine della settimana le temperature torneranno ad essere più miti e calde, come in questi giorni». Non farà peraltro caldo ovunque, e addirittura «in alcune zone di pianura e nei fondovalle - aggiunge Tei - potrebbe fare più freddo che in collina e in montagna a causa del fenomeno dell'inversione termica che è presto spiegato: con l'anticiclone e l'assenza di vento l'aria si comprime negli strati più bassi dove, oltre agli inquinanti, ristagnano l'aria più fredda e l'umidità, con maggiore senso di freddo rispetto alle zone di media e alta quota». L'inverno mite, senza pioggia, ha fatto registrare fino ad ora una temperatura superiore di quasi due gradi oltre la media storica (+1,87°), secondo l'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi al mese di dicembre. A preoccupare, sottolinea la Coldiretti, è anche la siccità per la scarsità di neve in diversi settori dell'arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica e una situazione di stress idrico che cresce ma mano che si scende verso Sud con apice nelle isole, «che non è certo normale nel mese di gennaio». Gli invasi della Sicilia a gennaio 2024 sono inferiori di ben 63 milioni di metri cubi (-13%) rispetto all'anno precedente secondo le analisi Coldiretti sui dati del Dipartimento Regionale dell'Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia. (