Ex Ilva, in calo i dati sulle emissioni del benzene

Un’immagine del quartiere Tamburi
Un’immagine del quartiere Tamburi
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 19 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:54

Frenata per le emissioni di benzene a Taranto, inquinante cancerogeno attribuito in larga parte al siderurgico ex Ilva. Anche se il mese non é ancora terminato, Quotidiano apprende da fonti vicine ad Arpa Puglia, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Regione, che a maggio è stata riscontrata una diminuzione. Un anno fa, lo stesso mese, la media mensile era intorno ai 4 microgrammi per metro cubo d’aria, adesso, invece, si è intorno a 3,3, quindi circa un 25% in meno. Dato positivo, dunque, che però non è più tale se il raffronto viene fatto con l’ultimo trimestre del 2023, quando il dato del benzene era quasi dimezzato. Nella parte finale dell’anno precedente c’è stata una discesa più significativa.

I dati

A ottobre si è registrato 1,8, a novembre 2,5 e a dicembre stesso dato del mese prima. Il calo è avvenuto soprattutto rispetto all’inizio del 2023 con un dimezzamento del valore. Mentre da gennaio scorso è ricominciata la risalita, anche se questo primo periodo consuntiva comunque numeri migliori rispetto allo stesso di un anno fa. A gennaio il dato del benzene è stato 3,7, a febbraio 2,8 e a marzo 2,5. Il che, secondo le valutazioni di Arpa, fa sì che la media sia superiore ai 3 microgrammi per metro cubo d’aria. A ciò si aggiunga che ora le batterie coke funzionanti, alle quali risalgono le emissioni di benzene, sono tre, mentre un anno fa, stessi mesi, erano quattro. Con quest’andamento altalenante, è evidente che non solo deve continuare il monitoraggio delle emissioni di benzene - cosa che in verità già avviene - ma si deve anche cercare di capire se questa frenata di inizio 2024 può, come è auspicabile, consolidarsi oppure no. Il benzene, tra l’altro, è uno dei temi che più richiama la gestione ambientale della fabbrica.

La fabbrica

Nei giorni scorsi, come riportato da Quotidiano il 17 maggio, i commissari di Acciaierie d’Italia in As hanno sospeso Alessandro Labile dall’incarico di direttore dell’area Ambiente, Salute e Sicurezza. Pare che tra le contestazioni mosse a Labile - che in passato, per un breve periodo, è stato anche direttore dello stabilimento su scelta dell’allora ad Lucia Morselli - ci sia anche l’andamento del benzene, che dal 2019 al 2023 ha visto numeri in progressivo aumento, anche se rimasti sempre sotto la soglia di rischio, fissata come media annuale a 5 microgrammi per metro cubo di aria. E nel 2023 la media è stata di 3,6 e nel 2022 di 3,3.

Sospeso Labile, vanno ora rapidamente riattribuite le deleghe ambientali, tra cui quella relativa all’Aia, e in tal senso i commissari prenderanno una decisione in settimana.

Sul benzene, inoltre, c’è un’indagine in corso della Procura (di recente il gip Francesco Maccagnano ha prorogato i termini, accogliendo la richiesta dei pm Mariano Buccoliero e Francesco Ciardo) all’interno del più ampio capitolo dell’inquinamento ambientale e rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Mesi addietro i Carabinieri del Noe si sono più volte recati in fabbrica per acquisire documenti e allo stato risultano indagati l’ex ad Morselli, gli ex direttori Salvatore Del Vecchio, Labile e l’attuale Vincenzo Dimastromatteo. E proprio un anno fa, il 22 maggio, sulla scorta dei valori del benzene e delle segnalazioni delle autorità sanitarie, il sindaco Rinaldo Melucci emise una nuova ordinanza che intimava ad Acciaierie e Ilva in As di porre riparo in 30 giorni, altrimenti nei successi 30 le due società avrebbero dovuto fermare gli impianti. Quest’ordinanza è attualmente sospesa dal Tar di Lecce, su impugnazione di AdI, e si attende che a giugno si esprima la Corte di Giustizia UE su un’altra causa ambientale. È stato il Comune di Taranto, infatti, a chiedere al Tar di sospendere il procedimento in attesa delle decisioni della Corte del Lussemburgo.

Intanto mesi fa è stato chiesto da Arpa di affrontare l’aspetto benzene nel discorso complessivo della nuova Aia del siderurgico dopo che l’attuale è scaduta ad agosto. Il ministero dell’Ambiente ha dato all’azienda tempo sino a settembre per rispondere su una serie di questioni, mentre i commissari di AdI, anche per facilitare la ripresa della discussione, nel frattempo hanno ritirato i ricorsi che la precedente gestione societaria aveva fatto al Tar e al Consiglio di Stato contro la Valutazione di impatto sanitario, dichiarandosi disposti ad effettuarla.

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