Turismo e caos parcheggi. Permessi, tempo scaduto e la costa è senza tutele

Turismo e caos parcheggi. Permessi, tempo scaduto e la costa è senza tutele
di Matteo CAIONE
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Domenica 12 Maggio 2024, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 20:15

La stagione estiva è ormai alle porte. E anche il caos parcheggi. L’ondata del turismo sta per invadere il tacco d’Italia e rischia ancora una volta di cogliere impreparata la Puglia. Che adesso non potrà giocarsi il jolly della deroga con cui la scorsa estate riuscì a salvarsi in extremis. Una soluzione tampone adottata nel pieno dell’emergenza, di fatto annosa, che con la bella stagione investe i litorali. Che si ritrovano stretti nella morsa dell’assalto di turisti e vacanzieri, da una parte, e dalla carenza di aree sosta, dall’altra.

Ora il carico da undici l’ha piazzato la corte costituzionale che l’altro giorno ha dichiarato illegittima la legge regionale che concedeva fino allo scorso 31 dicembre proprio l’esonero dell’obbligo di autorizzazione ambientale e paesaggistica per l’allestimento di aree di parcheggio che ricadono nelle zone sottoposte a vincolo, a condizione che entro un mese dal loro utilizzo (comunque non superiore ai 120 giorni) venisse assicurato il ripristino dei luoghi. Con questa deroga le amministrazioni locali hanno avuto, nell’estate del 2023, la possibilità di autorizzare i parcheggi temporanei sulla costa pugliese anche in assenza del disco verde previsto dal Paur, il provvedimento autorizzatorio unico regionale, entrato in vigore alla fine del 2022. Il colpo di spugna della Consulta su questa legge, dichiarata incostituzionale, ha messo una pietra tombale sulla possibilità di ulteriori deroghe dopo il salvacondotto che era già scaduto alla vigila di capodanno. Ora l’ok per i parcheggi sotto costa non potranno che passare dalla cruna della procedura di valutazione d’impatto ambientale come dal Paur. Niente più permessi quindi tramite altre vie o scorciatoie. E ora i nodi arrivano al pettine in tutta la Puglia, che già dal ponte di Pasqua è stata presa d’assalto dai turisti e dalle auto con spiagge e scogliere invase dai mezzi: scenari e “cartoline” da dimenticare.

La situazione

Nel Salento, il nervo scoperto dei parcheggi sul litorale riguarda principalmente Otranto, Gallipoli e le marine di Melendugno, mentre nel Barese i fronti caldi e più esposti sono rappresentati da Polignano a Mare e Monopoli. In provincia di Taranto c’è sotto la lente il caso Manduria. E sulla sponda brindisina ecco i nodi di Carovigno, competente per quanto riguarda la spiaggia di Penna Grossa, all'interno della riserva di Torre Guaceto, e Brindisi, nel cui territorio rientra la località Apani, e poi i litorali di Ostuni e Fasano. La legge regionale sui parcheggi pubblici era stata impugnata dal Governo per violazione della competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di «tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali».

La Regione Puglia si è quindi sostituita al legislatore statale, cui spetta determinare presupposti e caratteristiche di tale autorizzazione, delle eventuali esenzioni e delle semplificazioni della procedura, in ragione della diversa incidenza delle opere sul valore intangibile dell'ambiente. Inoltre, non prevedendo alcun limite alla capienza dei parcheggi, la disposizione regionale ne avrebbe consentito la realizzazione per più di 500 posti auto, in contrasto con il Codice dell'ambiente, che vincola i parcheggi di tali dimensioni, a prescindere dalla loro natura temporanea o stabile, alla verifica di assoggettabilità della valutazione di impatto ambientale. Questa è la vicenda in punto di diritto.

Ma nei fatti il tempo è scaduto già prima del tabula rasa della Consulta. Ovvero, come detto, già dallo scorso 31 dicembre, quando è decaduto l’effetto della deroga. E adesso potrebbe non bastare nemmeno un tour de force per creare spazi idonei alla sosta vicino al mare e accogliere i turisti. La procedura di Via ha tempi tecnici che sono incompatibili con le scadenze ormai imminenti di una stagione balneare che sta per esplodere da un momento all’altro e che peraltro non si fa condizionare dai paletti del calendario. I permessi per i parcheggi rischierebbero di arrivare fuori tempo massimo, ovvero a settembre, al tramonto della stagione. A Lecce, ad esempio, il prefetto Luca Rotondi già dallo scorso gennaio ha invitato comuni e sindaci ad accelerare con i progetti e le istanze e con questo obiettivo ha promosso tavoli e confronti. Il prossimo è a stretto giro ed è in programma per mercoledì 15 maggio. Intanto, sulle aree di sosta c’è il tira e molla tra enti che guardano in direzioni diverse: la Soprintendenza (che ha già congelato alcuni progetti) da una parte, i Comuni dall'altra. E poi ci sono gli imprenditori balneari in allarme perché rischiano di aprire lidi e ombrelloni senza poter garantire un posto auto a turisti e vacanzieri. In questo braccio di ferro, la Puglia è chiamata all’esame di maturità: garantire livelli di accoglienza all’altezza delle sue ambizioni turistiche e difendere l’ambiente, ovvero mettere in campo parcheggi e servizi di qualità che però non facciano a botte con la natura e il paesaggio. Anche perché il rischio è che questo cortocircuito possa innescare, in assenza di aree regolamentate, la barbarie della sosta selvaggia in ogni dove. La costa, peraltro, è il primo fronte d’attacco dell’erosione dovuta al cambiamento climatico. E spiagge e scogliere continuano a soffrire anche il peso dell’eccessiva pressione antropica. La stagione estiva e balneare è alle porte, ma adesso si rischia davvero un clamoroso buco nell’acqua.

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