La riscoperta delle proprie radici: «Così la città può ritornare viva»

Taranto Grand Tour è un progetto di accoglienza turistica nato dal basso

La riscoperta delle proprie radici: «Così la città può ritornare viva»
La riscoperta delle proprie radici: «Così la città può ritornare viva»
di Alessio PIGNATELLI
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Mercoledì 15 Maggio 2024, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 12:40

«Stanchi di vedere spesso inespresse le enormi potenzialità della nostra città e le tante realtà territoriali operare in modo slegato una dall’altra, nell’estate del 2022 abbiamo deciso di rimboccarci le maniche andando oltre le classiche frasi: “Taranto potrebbe vivere di turismo”. Taranto potrebbe vivere “anche” di turismo. Di quel turismo che non snaturi il territorio e sia capace anche di coinvolgere, in un percorso a lungo termine, gli abitanti della città affinché torni ad essere comunità viva».

Taranto Grand Tour è un progetto di accoglienza turistica nato dal basso. A proposito del monito dell’arcivescovo Miniero. È una delle realtà che prova a fare anziché a dire sui social, mutuando lo sprone di Michele Riondino.

Il progetto fa riferimento a Fabrizio Iurlano, Giuseppe Internò, Gianluca Guastella, Francesco Franchini. «Anziché piangerci addosso, abbiamo preferito mettere in gioco le nostre specifiche competenze e risorse, trovando da subito una sponda nella Confcommercio che ha condiviso da subito la nostra vision di turismo per Taranto e ci ha sostenuti nel creare due reti che si sono rivelate fondamentali. Da un lato i commercianti del centro storico, dall’altro tanti operatori culturali che da tempo offrono alla nostra città la loro professionalità senza mai risparmiarsi».

Pur tra mille difficoltà e nonostante alcune problematiche, il Taranto Grand Tour procede e continua il suo percorso in rete, tra tour guidati, percorsi enogastronomici, ticket integrato di fruizione, accoglienza turistica, attività laboratoriali ed eventi culturali come la Notte Bianca degli Ipogei. Certo, ci sono ancora tanti disagi nel settore dell’accoglienza turistica, tanto quanto in altri ambiti in cui poter costruire alternative economiche. «È molto semplice vedere il bicchiere mezzo vuoto, ma molto più stimolante intendere gli attuali vuoti come opportunità - dicono gli organizzatori - Il cambiamento, reso possibile soprattutto grazie ad investimenti privati, si sta materializzando. Esiste. Resiste. E noi intendiamo migliorare e mettere a sistema tutto il buono che c’è e ci sarà in un futuro forse non troppo lontano. Una sorta di esperimento sociale aperto e condiviso che stimoli a riappropriarsi dell’orgoglio di essere tarantini, schiacciato dalla “vocazione imposta” alla nostra città. Siamo consci di tutte le criticità che non consentono da decenni a Taranto di splendere del tutto e che rendono complessa qualsivoglia iniziativa».

Molte difficoltà permangono, tra problemi di accessibilità per diversabili, la scarsità di collegamenti e le delicate questioni ambientali. Tutte problematiche che spesso spingono gli abitanti verso non luoghi anziché vivere la città, le sue piazze ed i suoi negozi. C’è però un impegno comune che punta ad unire le forze per accogliere al meglio i turisti che scelgono la nostra città e per gli stessi tarantini che intendono riscoprire le loro plurimillenarie origini storiche.

«I veri artefici di questo progetto sono tutti coloro che lavorano da anni per far crescere questa città e che si sono uniti con grande entusiasmo a questa nostra idea di sviluppo - concludono Iurlano, Internò, Guastella e Franchini - Felici di aver accolto in questi due anni il favore della Regione Puglia, che ha premiato il progetto attraverso due bandi pubblici, e del Comune di Taranto, attraverso bandi pubblici e un recentissimo accordo di collaborazione finalizzato a dare il nostro contributo culturale alla città. Continueremo a lavorare senza sosta per cercare in tutti i modi di accrescere l’attrattività della nostra città, in stretta collaborazione con i tanti operatori culturali e commerciali della città vecchia. Tra il dire ed il fare, in sostanza, noi preferiamo la seconda».

A.Pig.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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