La tv corre verso il secolo, schermo magico al passo con i tempi

La tv corre verso il secolo, schermo magico al passo con i tempi
di Francesco G. Gioffredi
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 07:44

Bruno, solido, grande poco più di un foglio, incastonato in un mobile largo al punto da ospitare in cima un centrino e un vaso di fiori. Oppure tech, sottile come una rivista e ampio quanto la parete del salotto, o giù di lì.

E ancora: prima un lusso e poi un elettrodomestico sempre più irrinunciabile, essenziale, destinato col tempo a moltiplicarsi nelle case. Un compagno luminoso, con quel bagliore che sa di casa, a qualsiasi ora. Il prossimo anno il televisore sarà uno splendido centenario: nel marzo 1925, a Londra, l’ingegnere scozzese John Logie Baird organizzò nel suo laboratorio la prima trasmissione televisiva.

Lo stretto indispensabile per dare lo start alla rivoluzione: Baird trasmise da una stanza all’altra il volto del suo fattorino, scomposto in una trentina di righe in scala di grigi. Deforme, sfocato, imperfetto, ma quel “milite ignoto” della lunga marcia televisiva è stato la prima, involontaria star del piccolo schermo. L’antenato che tutto questo rese possibile però risale alla fine dell’800: il tedesco Paul Gottlieb Nipkow pensò a una lastra circolante – il “disco di Nipkow” – con dei fori disposti a spirale che, attraversati da una luce che restituiva il segnale a una fotocellula, di fatto scansionavano l’immagine.

Era l’embrione del televisore elettromeccanico. Ma a prendere realmente piede fu quello elettronico, realizzato per la prima volta nel 1927 dall’americano Philo Farnsworth: fasci di luce su una superficie fotosensibile, era nato insomma il tubo catodico, celebre e imperituro cuore dell’elettrodomestico più amato. Il colosso dei televisori, dagli anni ‘30, fu la tedesca Telefunken. In Italia i primissimi esemplari erano marchiati Safar, con qualche anno d’anticipo però rispetto allo sbarco della televisione per tutti (o quasi): la messa in onda del Programma nazionale Rai è del 3 gennaio 1954. Quel mobiletto magico però costava, il boom economico non era ancora così capillare, e la tv fu emblema di benessere e rito collettivo, oggetto di condivisione, focolare domestico allargato, a casa del vicino, nel circolo cittadino, nella sezione del partito. I passi da gigante sono stati continui: il telecomando, il televisore a colori, a basso costo e in ogni stanza, lo schermo che s’allarga, appiattisce, assottiglia, dal tubo catodico a plasma, lcd e led, con qualche innovazione imperfetta, mancata o tradita. Fino alla smart tv, soffio di nuova vita grazie alla connessione internet integrata, che permette al televisore di non tramontare e di sintonizzarsi con tutti e tutto. Tempi compresi. 

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