Luxuria: «Io sull’Isola? Scelta perché sono brava, non perché sono trans»

Vladimir Luxuria sbarca da domani alla conduzione dell’Isola dei famosi, in onda da domani in prima serata su Canale 5 «Essere trans? Non dovrebbe più fare notizia». E sulla bufera giudiziaria in Puglia: «Sbaglia chi rompe le alleanze elettorali»

Luxuria: «Io sull’Isola? Scelta perché sono brava, non perché sono trans»
di Alessandra LUPO
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Domenica 7 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23:45

Della sua conduzione dell’Isola dei famosi, che inizierà domani in prima serata su Canale 5, ha già detto molto. Chiarendo anzitutto di non aver “fatto fuori” Ilary Blasi. E poi raccontando la sorpresa di quando Pier Silvio Berlusconi in persona le ha telefonato per comunicarglielo. In questa vigilia della nuova avventura televisiva, però, Vladimir Luxuria sente ancora bisogno di tutti gli incoraggiamenti possibili. «In queste ore di conto alla rovescia anche un complimento oppure un “ ce la farai” mi fanno sentire meglio mi fanno sentire più sicura», confida la conduttrice. Per lei sarà una prima volta e anche per il pubblico televisivo sarà la prima conduzione di un programma main stream affidato a una persona trans, almeno in Italia.

Vladimir Luxuria, una prima fino a un certo punto, lei sull’Isola c’è già stata in molti ruoli prima di approdare alla conduzione. Si può dire che abbia fatto la gavetta?

«Ho fatto proprio il militare, nel 2008 due mesi e mezzo di naia all’isola, senza i nostri ottimi piatti pugliesi che mi sognavo tutte le notti. Con i moschitos, il vento, la bufera, senza i materassi, senza le sedie e i telefoni. Senza nulla insomma ma con la natura. Perché io questo lo voglio dire: partecipare da naufraghi all’Isola non è solo inferno ma anche paradiso. Perché ho vissuto dei tramonti e delle albe, ho visto pesci e coralli in queste acque trasparenti che non potrà dimenticare: in Honduras la natura è meravigliosa».

Il suo tocco personale sarà quindi quello di sdrammatizzare un po’ la situazione e farla vivere un po’ meno male?

«Ho visto tutti i provini insieme agli autori e ai vertici Mediaset, con cui abbiamo condiviso la scelta dei naufraghi. Per questo posso dire che sono tutti un po’ i miei cucciolotti, mi sento molto protettiva nei loro confronti».

Che criteri avete utilizzato per la scelta dei partecipanti?

«Ci ho tenuto tantissimo, ed era anche una scelta editoriale, a dare precedenza alle storie. L’Isola dei famosi non è una posa da influencer o fare un calendario. Ci sono persone molto belle, è vero, sia donne che uomini, ma sono persone belle da tutti i punti di vista e hanno delle cose da dire. Sono certa che con il passare dei giorni non faranno vedere solo il loro fisico ma anche quello che hanno dentro».

Diventerà una trasmissione più “colta”?

«No, è pur sempre una trasmissione di intrattenimento e i ci saranno molti momenti di leggerezza. Anche la mia conduzione sarà certamente ironica»

Lei è stata scelta direttamente da Pier Silvio Berlusconi. Mediaset è sempre stata una tv innovativa ma oggi crede che si respiri un’aria di rinnovamento dal punto di vista dell’inclusività?

«Io faccio tv da molti anni, anche prima di fare la parlamentare e credo di aver lasciato dietro di me sempre un buon ricordo perché sono corretta, puntuale e rispetto le persone che lavorano con me, da quello che mi porta il microfono a chi fa le pulizie, perché lavoriamo tutti per uno stesso obiettivo.

Potrà sembrare banale ma non è sempre così. Credo che il motivo della scelta non sia stata quindi la mia identità sessuale. D’altronde lui mi ha detto di avermi studiata: come parlavo, il linguaggio usavo, il rispetto per chi la pensava diversamente da me. Poi, certo, chi non cambia è stantio, ed è possibile che si scelga anche per avere contenuti diversi. Fa parte delle scelte editoriali che non commento».

Lei diceva da qualche parte “mi piacerebbe che il fatto di essere una persona trans non facesse più notizia”.

«Sì, mi piacerebbe che un giorno diventasse una cosa normale. Anche quando feci la naufraga sull’Isola ci fu un gran clamore iniziale ma alla fine ho vinto un’edizione con personaggi fortissimi: arrivai in finale con Belen che è una persona di peso. In senso figurato ovviamente visto che entrambe eravamo così filiformi che sembravamo due statue di Giacometti».

Lei è di origine foggiana, questo è un momento particolare per la Puglia che rischia di vedere in qualche modo offuscata la sua rinascita con quello che sta accadendo a Bari e in Regione e che negli anni scorsi era accaduto anche a Foggia. Come sta vivendo questa situazione di tensione nella sua regione?

«Io volli partecipare alla campagna elettorale per l’elezione della sindaca di Foggia non tanto per schieramento politico ma per contribuire all’idea che non bisogna mangiare pane e rassegnazione. Bisogna crederci, anche nel riscatto di una città che faceva parlare di sé solo in termini negativi. Quanto alle inchieste sui voti comprati, credo che non esista un partito in Italia che non abbia avuto esponenti sottoposti a inchieste giudiziarie ma questo non può voler dire gettare discredito su un’ intera formazione politica, non voler più fare alleanze perché sono tutti sporchi e cattivi. Qui si parla di campo largo, di campo giusto, ma se non si fa un’alleanza si fa un “campo cavallo che la Destra cresce”. Peraltro io penso che sia anche interesse del centrodestra avere un competitor all’altezza. E mi dispiace perché anche Conte e il M5s hanno avuto degli indagati ma questo non vuol dire che siano tutti sporchi e cattivi. Bisogna fare pulizia, è vero, ma poi essere competitivi dal punto di vista elettorale».

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