Nuove “armi” nella lotta ai tumori solidi. Parte dall’Università del Salento guidata dal rettore Fabio Pollice la sfida di docenti, studenti e ricercatori per curare i tumori in bambini e adulti, in particolare carcinomi e sarcomi. A partire dal prossimo anno, infatti, sorgeranno sui terreni del complesso Ecotekne laboratori di ricerca e sviluppo con la possibilità di avviare la programmazione dei primi trial clinici nelle strutture ospedaliere pugliesi, utilizzando la terapia Car-T. E dal 2027 il progetto si completerà con l’ultimazione della factory. Una rete di 2.700 metri quadrati per un’opera destinata a incrementare il prestigio del Tecnopolo per la medicina di precisione pugliese. A UniSalento si affiancheranno gli atenei di Bari e Foggia, il sistema sanitario pugliese – coinvolto nella sua totalità – oltre alla Fondazione “Policlinico Gemelli” e all’ospedale “Bambin Gesù” di Roma, pronte a supportare il gruppo di studiosi e scienziati con le loro competenze sulle tecnologie Car-T. L’importante investimento è garantito attraverso i fondi del ministero della Salute e della Regione Puglia.
Come funzionerà
«Sarà un processo lungo che ci permetterà di formare delle competenze altamente specializzate sul territorio creando grandi opportunità per i nuovi laureati e le persone che si occupano di Scienze dure, pescando ovviamente dal nostro bacino – spiega il professore Giuseppe Gigli, direttore dell’Istituto di Nanotecnologia del Cnr e coordinatore del gruppo di Nanotecnologie Molecolari –.
L'obiettivo
Uno strumento utile, dunque, per cercare di stroncare, o ridurre, i cosiddetti viaggi della speranza. Come si può evincere dal monitoraggio effettuato di recente dalla Fondazione Gimbe, infatti, nel 2021 la regione ha registrato un saldo negativo per la mobilità sanitaria pari a 131,4 milioni di euro. Nel dettaglio, la Puglia ha incassato circa 150 milioni per i pazienti provenienti da altre regioni (con le strutture private che hanno assorbito tre quarti della mobilità in arrivo), collocandosi all’ottavo posto nella classifica nazionale sborsando però 281 milioni per i pugliesi che sono andati a curarsi fuori dai confini regionali, attestandosi al quinto posto della classifica dietro a Lazio, Sicilia, Campania e Calabria. Disparità tra le regioni più ricche e quelle più povere che potrebbero acuirsi, sempre secondo Gimbe, con la riforma sull’Autonomia differenziata. Con la “Car-T cell factory” – che si avvale della consulenza scientifica del professore Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità – appena fuori il capoluogo salentino prenderà forma, inoltre, un polo biotech di elevatissima massa critica per un totale di circa 20mila metri quadrati di strutture adibite a tecnologie biotech.