Quando la comunità diventa “casa”: una storia di vocazione e accoglienza

Contenuto a cura di Piemme SpA Brand Lab
Venerdì 9 Giugno 2023, 11:45 - Ultimo agg. : 12 Giugno, 11:53 | 3 Minuti di Lettura

Ogni giorno, in Italia, sono circa 33mila i sacerdoti che dedicano il loro operato ai più bisognosi: non solo con azioni concrete, ma anche con gesti semplici, come una parola di speranza, fondamentale per trovare conforto nelle situazioni più difficili.
Ognuno di noi può dare il proprio contributo concreto facendo una donazione sul portale Uniti nel Dono per sostenere i sacerdoti e le comunità parrocchiali.

Un percorso di rinascita, accoglienza e vocazione
In ogni comunità religiosa, ciascuno cerca di promuovere un messaggio di inclusione, vicinanza e accettazione. Ne è un esempio concreto la storia di don Bledar Xhuli, sacerdote di Santa Maria a Campi Bisenzio, Firenze. Nel 1993, a soli 16 anni, decise di partire dall’Albania per compiere una lunga traversata verso la Puglia. Un viaggio che ha dato inizio a un vero e proprio cammino di rinascita, a un’esperienza vocazionale e comunitaria che ha cambiato profondamente la sua esistenza.
Arrivato in Italia insieme a tanti altri giovani migranti, Bledar Xhuli dovette scontrarsi con una realtà particolarmente difficile, che espone alla possibilità di dormire sotto un ponte e mangiare alla Caritas. Dopo un incontro speciale, però, la vita di don Bledar Xhuli è cambiata: “a fare la differenza sono state le braccia aperte di don Giancarlo Setti. È stato il primo a farmi domande sulla mia vita, avrei voluto chiedere solo un aiuto e invece mi fece entrare a casa sua”.

La vocazione di Bledar e il ruolo della comunità
L’accoglienza che genera accoglienza: il messaggio di don Giancarlo è stato fondamentale per il cammino di don Bledar Xhuli. Guidato dal sacerdote, il giovane è riuscito a inserirsi in comunità e ha abbracciato una nuova consapevolezza della fede.
Don Bledar Xhuli è riuscito ad avvicinarsi alla Chiesa e a rafforzare il suo rapporto con Dio, circondato dall’affetto di don Giancarlo Setti e dei parrocchiani, che lo hanno accolto come un figlio. Prima il battesimo, poi la comunione e la cresima, fino alla vocazione presbiterale: un percorso che ha portato alla maturazione spirituale di don Bledar Xhuli e alla chiamata a supporto dei fratelli più bisognosi.
Chissà quante persone meravigliose come lui ci perdiamo - riferisce una parrocchiana - perché non trovano qualcuno che le accoglie e le valorizza”. La comunità di Santa Maria a Campi Bisenzio ha accolto don Bledar Xhuli a braccia aperte, segnando profondamente la sua vita. Forte dell’esempio comunitario, il sacerdote cerca di aiutare le persone in difficoltà, soprattutto quelle che vivono fragilità economiche o abitative. La sua dedizione quotidiana nei confronti del prossimo dimostra come la gentilezza e la generosità possano creare una catena virtuosa di solidarietà, che ispira gli altri a fare lo stesso.
Ogni anno, come faccio di consueto, vado in Albania a trovare i miei, ma non torno a casa – conclude don Bledar Xhuli - Ho trovato casa mia quando ho aperto la porta della Chiesa. Per me è il luogo dell’incontro con Dio e quindi è anche il luogo della pace”.