Welfare aziendale, più benefit e più ricchi per i dipendenti grazie ai bonus pubblici: per ogni impiegato 1200 euro

Ci sono norme dalla Legge di Bilancio del 2016 che incentivano i welfare aziendali

Welfare aziendale, più benefit e più ricchi per i dipendenti grazie ai bonus pubblici: per ogni impiegato 1200 euro
di Marco Barbieri
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Mercoledì 31 Gennaio 2024, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 07:37

Il welfare aziendale non è più un terreno di avanguardia, presidiato solo da imprese con imprenditori “illuminati”.

Da una decina d’anni (Legge di Bilancio 2016) è diventato una modalità di integrazione “di massa”, almeno per la platea dei lavoratori dipendenti. Non c’è azienda di medie grandi dimensioni che non abbia sviluppato un più o meno robusto piano di welfare aziendale. E anche nelle Pmi l’attenzione al benessere dei dipendenti si è consolidata a strutturata.

UNA NUOVA STAGIONE

Ma sembra di essere arrivati a una stagione nuova. Il welfare aziendale potrebbe essere sostenuto e finanziato - almeno in parte - dall’ottimizzazione dei benefit previsti dai bonus pubblici. Ci sarebbero almeno 1200 euro l’anno, per ogni lavoratore dipendente, che potrebbero diventare elemento di integrazione di welfare in azienda, utilizzando “solamente” quello previsto da “public benefit”. È l’esito di una indagine condotta da Bonoos, una società che si propone come “Welfare Integration Partner”. Tramite una WebApp di ultima generazione, alle imprese e in favore dei loro dipendenti, sono offerti servizi in grado di selezionare, monitorare e aggiornare in tempo reale percorsi personalizzati di informazione, formazione e accesso a bonus, agevolazioni e voucher finanziati dallo Stato, dalle Regioni e dai Comuni. Giovanni Scansani, cofounder di Bonoos spiega: «La non conoscenza dei “public benefit” e la loro mancata inclusione tra le misure messe a disposizione con i piani di welfare aziendale - che mediamente valgono circa 1.000 euro all’anno per dipendente - priva i lavoratori di un plafond potenziale medio aggiuntivo di oltre 1.200 euro annui, con punte superiori a 2.500 euro, con un evidente impatto sociale negativo per molte famiglie.

Per le aziende si tratta di un vero e proprio paradosso se si considera che, per sostenere maggiormente i redditi anche con i public benefit, ai datori di lavoro non è richiesto alcun budget aggiuntivo». L’articolata offerta pubblica di bonus e agevolazioni, finalizzata al sostegno di necessità essenziali di tipo individuale e familiare, è del tutto sinergica con i contenuti dei piani di welfare aziendale delle imprese, ma sinora non era mai stata integrata con quanto previsto dai CCNL, dagli accordi integrativi aziendali o dalle iniziative unilaterali dei datori di lavoro. Le imprese non hanno, sin qui, mai avuto a disposizione una soluzione tecnologicamente capace di risolvere, a vantaggio dei lavoratori e delle loro famiglie, le difficoltà informative e le complessità delle procedure burocratiche che ostacolano l’accesso e l’acquisizione delle varie misure pubbliche e la loro integrazione con il Welfare Aziendale. Dalla survey emerge però che il 63% degli Hr Manager intervistati amplierebbe il piano di welfare aziendale includendovi anche i bonus pubblici, ancorché 6 manager su 10 non siano del tutto a conoscenza del potenziale valore che potrebbe essere generato.

UN GAP INFORMATIVO

La survey di Bonoos ribadisce che il 90% dei lavoratori dipendenti non conosce il numero complessivo dei bonus pubblici cui potrebbe accedere e questo gap informativo riguarda anche l’88% degli Hr Manager. L’intuizione non è di oggi: alcuni provider storici di welfare aziendale, da Eudaimon a Jointly, hanno sempre sviluppato una forte attenzione ai servizi alla persona - e quindi alla valenza sociale del welfare aziendale - per articolare al meglio l’offerta pubblica di welfare con quella integrativa, privata. «Se il welfare aziendale – ha osservato Alberto Perfumo di Eudaimon – è in difficoltà quando si parla di comunicazione, conoscenza dei servizi, consapevolezza e informazione, il welfare pubblico è visto invece come un vero labirinto burocratico. Su queste basi è lecito che le famiglie non riescano ad accedere in modo fluido ai vari bonus di welfare pubblico e decidano quindi di non usufruire delle agevolazioni welfare previste dagli enti bilaterali, dai fondi sanitari o dagli enti pubblici. Noi abbiamo elaborato un’app, Euty, che mira a semplificare la comunicazione del welfare ai dipendenti». Le agevolazioni di welfare pubblico sono tante e gestite da diversi enti, spesso si rischia di perdere dei bonus per mancanza di informazione. Una vera integrazione dei benefit di welfare aziendale è anche questo servizio di ottimizzazione di quanto propone il pubblico, con vantaggio dei singoli lavoratori e delle loro famiglie e delle aziende che non devono appesantire il loro budget, se non offrendo il servizio di qualche professionista/consulente in più.

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