Litorale, crollano le prenotazioni per giugno: pensano paura e incertezza sulle misure per le spiagge

Litorale, crollano le prenotazioni per giugno: pensano paura e incertezza sulle misure per le spiagge
di Luca Telli
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Martedì 12 Maggio 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 20:19
Dubbi e incertezze sulle misure. La stagione estiva sul litorale è appesa a un filo. Crollano le prenotazioni per giugno. Meglio luglio, agosto e settembre, ma ancora poche le conferme incassate. Intanto, in attesa che dalla Regione Lazio e da Palazzo Chigi qualcuno batta un colpo, AssoTur Tarquinia lancia l’idea di un protocollo per ripartire. Obiettivo: assicurare al turista una vacanza in piena sicurezza, sfruttando i grandi spazi costieri garantendo, in questo modo, il requisito primario richiesto dagli scienziati per arginare la pandemia, quello del distanziamento sociale.

La situazione peggiore per alberghi e agriturismi che, nel periodo, incassano una flessione superiore al 70%, mentre su base annua, il calo potrebbe superare metà del fatturato 2019. Resistono, a denti strettissimi, gli appartamenti privati. Se per i primi la politica è quella che porta a dei pagamenti flessibili e, seconda una direttiva nazionale messa sul tavolo da Federalberghi, alla cancellazione della penale per la disdetta. I locatori delle case vacanza studiano una sforbiciata ai canoni.

 «La voglia di evasione e di godersi il mare c’è e la registriamo giorno dopo giorno, come quella di Tarquinia di ripartire.– spiega Emiliano Mariani, titolare di un’agenzia immobiliare al lido –. Dopo una primavera di sole cancellazioni, c’è una crescita significativa delle chiamate. Purtroppo, si chiudono tutte allo stesso modo: potremo andare in spiaggia? E come? Domande alle quali non sappiamo dare risposta».

Risposta sulla quale, oltre che il governo, sta lavorando la Regione Lazio. L’appuntamento che l’assessore allo sviluppo economico Paolo Orneli aveva dato ai sindaci a una settimana dal primo briefing (in teleconferenza lo scorso 4 maggio)  è saltato, ma non dovrebbe ritardare oltre metà settimana. Già tardi per Luca Benni, vicesindaco di Montalto, per il quale tempi sono, infatti, fin troppo risicati: «Ricevo chiamate da parte di balneari, alberghi, agriturismi e agenzie immobiliari, tutti mi dicono la stessa cosa: ci servono linee guida. I turisti vogliono venire da noi ma hanno bisogno di garanzie. Decidere in questo quadro complesso non è semplice ma un solco va tracciato».

Intorno all’estate, lo dicono in numeri, gira gran parte dell’economia dei comuni costieri. Milioni di euro ai quali si aggiungono migliaia di posti di lavoro. «Viviamo di questo – dice il sindaco di Tarquinia Giulivi –. Il paese è pronto a partire, il lido in queste settimane è stato migliorato ma senza direttive è come essere nella sabbia mobili». Melma in cui annaspano, e che hanno imparato a conoscere, gli stabilimenti, perno intorno al quale gira tutta la questione e sulla testa dei quali pesa un investimento che, per la messa in sicurezza e l’apertura dei cancelli, si aggira nell’ordine dei 12 mila euro. Soldi che potrebbero non portare alcun frutto. E spingere alcuni a restare chiusi.
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