Medici di famiglia sotto i 200: «Mai così pochi in provincia». E mancano anche le guardie mediche

Michele Fiore a sinistra
Michele Fiore a sinistra
di Renato Vigna
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Martedì 2 Agosto 2022, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 11:42

Una febbre altissima di notte? Dolori articolari? Un eritema solare? Se è vero che i medici di medicina generale sono reperibili in determinati orari, è anche vero che non si può correre al pronto soccorso per ogni puntura di spillo. Che fare allora? Semplice, c’è la continuità assistenziale. Quella garantita dalle guardie mediche tutti i giorni feriali dalle 20 alle 8 di mattina, nonché nei festivi. Ma non è tutto così lineare come sembra su carta. Perché come già stanno sperimentando migliaia di viterbesi che vivono nei piccoli comuni, anche per settimane rimasti senza assistenza dopo il pensionamento del medico di famiglia, ci sono guai in vista anche per le guardie mediche.

“Iniziano a mancare pure  questi colleghi. A dimostrazione che la carenza è sempre più accentuata sui territori”, denuncia Michele Fiore, segretario del sindacato di categoria, la Fimmg. Una situazione che è finita sotto la lente dell’ultimo comitato aziendale della Asl con l’individuazione di un escamotage per tamponare l’ennesima emergenza. “Si sta pensando ad accorpare alcune sedi. Al momento – continua Fiore – in provincia ne esistono 14, suddivise nei distretti sanitari. Nel prossimo futuro potrebbero diminuire. Difficoltà ci sono persino per il servizio di guardia turistica a Tarquinia e Montalto di Castro che, quando si riesce a garantire, è a singhiozzo per poche poche”. Le prime aree a sperimentare questa riorganizzazione dettata dalla difficoltà di trovare dottori è quella di Canino e di Tuscania.

Ora lì ognuno dei due comuni ha una propria guardia medica. Si sta valutando se farne un’unica zona. E questa rischia di diventare la regola per le aree dove i medici di medicina generale hanno sedi che coprono una popolazione modesta in un territorio vasto.

Ma il comitato aziendale è stata l’occasione anche per fare i conti della serva alla categoria in generale. “Per la prima volta, siamo scesi sotto i 200 medici di famiglia in provincia. Fino a un anno e mezzo fa – prosegue il segretario della Fimmg – eravamo oltre 230. La situazione è piuttosto grave”. A questi numeri si aggiungono i 15 camici bianchi prossimi alla pensione. E non solo: tra i quasi 200 dottori ancora operativi una fetta che varia tra il 10 e il 20% è costituita da professionisti ultra 70enne, andati in teoria in pensione ma che hanno accettato di restare con incarichi straordinari perché altrimenti nessuno avrebbe preso in carico i rispettivi assistiti. “Ma quanto potremo andare avanti così?”, chiede polemicamente Fiore.

La stessa Asl ha certificato essere 53 le zone carenti di medici di medicina generale nel Viterbese: 17 sono gli ambulatori da coprire nel distretto A; 22 nel distretto B; 14 nel distretto C. L’ultima novità annunciata dal ministero della Salute è quella che verranno aumentati i posti dei corsi di formazione. “Ma gli effetti di vedranno non prima del 2025”, chiosa Fiore. Per almeno un triennio, insomma, i problemi sono destinati ad acuirsi.

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